PECHINO- La Cina ha deciso di dire basta all’importazione di materiali di scarto e dal 1 gennaio ha bloccato l’attività di import di 24 materiali, prima fra tutti la plastica, ma anche i tessuti, la carta ed alcuni metalli.
La politica ambientale annunciata a luglio 2017 è diventata quindi attività concreta che mira a ridurre il livello di inquinamento e le contaminazioni illegali nell’immondizia. Ambiente e clima sono stati i due argomenti centrali del discorso di XI JINPING, il presidente della Repubblica popolare cinese, durante il XIX° congresso del Partito Comunista nell’ottobre scorso.
Obiettivo fissato entro il 2020 portare il riciclaggio domestico a 350 milioni di tonnellate annue considerando che gli scarti prodotti internamente ammontano a 254 milioni di tonnellate, questo significa il blocco delle importazioni dei rifiuti per proteggerà la salute pubblica e l’ambiente
Questa politica ridefinirà totalmente il traffico mondiale dei rifiuti, secondo la società specializzata Drewry che analizza a fondo le dinamiche dei trasporti globali, potrebbe voler dire che a breve la Cina fermerà e manderà indietro, qualcosa come 5 milioni annui di container di materiale di scarto che fino ad oggi raggiungevano, principalmente via mare, i porti cinesi. L’impatto sarà quindi notevole sotto molti profili, anche per la catena logistica impegnata in questo settore e, per quelle compagnie armatoriali che fino ad oggi hanno trasportato questo tipo di carico in Cina.