NordEst : Per Porti e Imprese opportunità e criticità della “via della seta”
VENEZIA – “Porti e Imprese del Golfo di Venezia nella One Belt One Road : Quali opportunità per il nordest? “ Questo il tema dibattuto dall’International Propeller Club Port of Venice al centro congressi Venezia Terminal Passeggeri presenti i rappresentanti dei Club di Ravenna, Mantova, Monfalcone e Trieste. Il presidente del Sodalizio, Massimo Bernardo, introducendo l’iniziativa ha ricordato come prioritario ad ogni accordo economico e commerciale tra i 68 Paesi aderenti al Belt and Road Initiative (BRI) , cioè alla “via della seta”, dovrebbe essere il dialogo culturale, armonizzazioni legislative.
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“ Uno dei grandi quesiti della “One Belt one Road” a cui dovremmo necessariamente rispondere è quello che riguarda l’indispensabile dialogo tra culture diverse, – ha detto Bernardo – queste sono sì collegate nella stessa “cintura” – la belt – da esclusivi interessi economico-finanziari , oggi troppo spesso gestiti a livello ragionieristico – ma ancora lontano nella “ road” – cioè in quella stessa virtuale “strada” che unirà l’est e l’ovest del mondo – da quell’osmosi culturale che sta alla base della vera crescita economica per raggiungere l’unico vero comune obiettivo, stavolta, rappresentato dal maggiore benessere e, non solo, economico ma soprattutto sociale, per tutti “
“L’iniziativa BRI o Via della Seta é’ una strategia aperta e in continua evoluzione” – ha affermato Riccardo Fuochi presidente dell’Associazione Italia-Hong Kong e del Propeller Port of Milan – “In aggiunta ai 6 corridoi proposti da Xijinping nel 2013, si stanno realizzando nuove iniziative anche in Paesi geograficamente collocati al di fuori della “via della seta” .Investimenti in Africa, Sud America , Australia evidenziano la globalità dell’iniziativa. Secondo l’Asian Development Bank, 45 Paesi asiatici dovrebbero investire 26,000 miliardi di dollari entro il 2030 per la realizzazione di infrastrutture soprattutto nel settore energetico e logistico.
C’è’ quindi spazio per le aziende Italiane in ogni settore. Industria, commercio, logistica , costruzioni, turismo, servizi professionali.
L’Italia e’ tra i soci fondatori dell’AIIB , dotata di un capitale finanziario di oltre 100 miliardi di usd. . L’AIIB non e’ una banca cinese e quindi può essere un punto di riferimento per le imprese italiane che operano nelle aree geografiche di riferimento della banca.
In questo contesto i porti del Nord Est , al centro di una delle più importanti zone manifatturiere italiane possono diventare i terminali di riferimento della Nuova Via della Seta”.
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Secondo Alessandro Panaro, responsabile dell’Ufficio Maritime and Mediterranean Economy – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno “Con i ritmi elevati di traffico che sta segnando il Canale di Suez (+11% nel 2017 sul 2016), l’aumento del traffico navale (+24% dal 2012 al 2016) e il ritrovato slancio di alcuni Paesi dell’Area Mena (Middle East e North Africa) il Mediterraneo sta ritrovando una nuova e più incisiva centralità in ambito marittimo mondiale. La Cina sta quindi insistendo con importanti investimenti in terminal e porti nell’area MED e questo deve lasciar riflettere su come e in che misura possiamo intercettare navi commerciali e intensificare le relazioni con il Dragone così da poter cogliere le grandi opportunità che scaturiranno per i nostri sistemi portuali. Occorrerà però mostrare alla Cina che il nostro sistema logistico e marittimo è efficiente, solido e forte e soprattutto coeso senza individualismi, campanilismi e senza debolezze.”
Da parte sua il presidente di Confindustria Venezia- Rovigo Vincenzo Marinese riguardo alle strategie degli industriali veneti rispetto al B.R.I. ha sottolineato “Il nostro non è un problema di soldi né di mercato né di tessuto industriale che qui è forte .Oggi ci è stato rappresentato uno scenario e sta soltanto a noi coglierlo .Vogliamo metterci a fianco del territorio e dare il nostro contributo”.. Sottolineando poi l’esigenza per i porti di Venezia e Trieste di realizzare quanto prima un piano industriale che preveda zone franche, zone economiche speciali con incentivi fiscali, la ricollocazione del manifatturiero e la valorizzazione dell’export.
Da parte sua il segretario generale dell’Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico Nord orientale Mario Sommariva, ha parlato dell’esigenza di una più stretta collaborazione tra i porti di Venezia e Trieste investendo sullo sviluppo infrastrutturale e della logistica, mentre il presidente dell’Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico settentrionale Pino Musolino ha ricordato come tra opportunità e criticità della “via della seta” non si debba assumere “atteggiamenti remissivi” rispondendo pedissequamente alle richieste cinesi ma rispondere con chiare regole europee, attrezzando i nostri porti, anche rafforzando la collaborazione all’interno del N.A.P.A., con infrastrutture e strutture adeguate a ricevere nuove linee marittime anche per navi di grandi dimensioni . Non solo full container ma anche per impiantistica e general cargo , traffici questi che vedono il porto di Venezia tra i più quotati scali adriatici.