Gig economy, I diritti del lavoro con modalità non tradizionali

Gig economy: Lavoro “on demand” che si attiva solo quando, sul mercato, l’offerta incontra la richiesta di lavoro. Si identifica nella singola prestazione, che può essere di poche ore o di una giornata.  

FIRENZE –Al di là della forma in cui si esprime, il lavoro deve avere dignità. Esso deve essere svolto, sempre e comunque, con tutte le tutele e le garanzie del caso. Occorre garantire i diritti fondamentali a tutti i lavoratori, anche a chi, pur in un mercato ormai profondamente mutato rispetto al passato, lavora secondo modalità e forme che non sono quelle tradizionali“.

Lo ha affermato l’assessore regionale a Lavoro, formazione ed istruzione, Cristina Grieco, intervenendo al convegno sulla “Gig economy” svoltosi a Firenze. Per “gig economy”si intende il guadagnarsi da vivere, o integrare il proprio reddito, facendo lavori saltuari, senza contratto, solo quando viene richiesto. In questa tipologia di attività il lavoro si identifica nella singola prestazione, che può essere di poche ore o di una giornata. E’ questo un modello economico-produttivo, che si sta affermando anche in Italia, secondo cui il posto fisso ed i contratti a tempo indeterminato lasciano spazio al lavoro “on demand” che si attiva solo quando, sul mercato, l’offerta incontra la richiesta di lavoro. Domanda ed offerta, nella “gig economy”, vengono gestite on-line attraverso piattaforme ed applicazioni dedicate. Ne sono esempi, tra gli altri, i servizi di trasporto privato alternativi ai taxi e le consegne a domicilio di cibo e generi alimentari.

Nella gig economy i lavoratori sono in proprio e svolgono attività temporanee o saltuarie“, ha specificato l’assessore Grieco. “Ma ciò non significa che tutto possa essere deregolamentato. La Regione guarda con attenzione a queste nuove forme di impiego, ribadendo che il lavoro deve essere tutelato sempre, a prescindere dalla forma contrattuale ed organizzativa. Quindi le sperimentazioni di adozione di carte dei diritti da parte di Comuni o Regioni sono molto importanti per accendere i riflettori su queste nuove forme di lavoro, ma occorre agire in sinergia ed agganciare le politiche regionali al livello nazionale“.

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