Vincenzo Onorato lancia l’accusa all’Autorità portuale di Livorno di bloccare il rilancio del porto di Piombino, fatto diventare a tavolino con la riforma portuale, succursale di serie B dello scalo labronico
MILANO–- “Appare evidentte come l’Autorità Portuale di Livorno, che tanto si è prodigata negli ultimi anni in favore di alcuni armatori, rilasciando ripetute concessioni temporanee lampo, si sia dimenticata di Piombino, fatta diventare a tavolino con la riforma portuale succursale di serie B dello scalo labronico e quindi non meritevole di attenzioni” – Questa è l’accusa che l’armatore Vincenzo Onorato ha lanciato all’Autorità di Sistema del Mar Tirreno settentrionale attraverso la lettera scritto ed inviata ieri pomeriggio alla stampa. Lo scorso 16 aprile il Gruppo Onorato (in joint venture con Ars Altman) aveva sottoscritto un accordo con Regione Tocana e Comune per la realizzazione nel porto di Piombino di un polo logistico di auto nuove, progetto secondo quanto dichiarato dalle parti – in grado di dare una consistente ricaduta occupazionale sull’indotta e sul territorio.
“Piombino è in profonda crisi,” – continua nella nota l’armatore di Moby e Tirrenia – “con una disperata ricerca di posti di lavoro e, ad oggi, l’unica iniziativa reale per questa città è quella proposta dal mio Gruppo che la porterebbe far diventare in breve tempo la capitale sud europea per la logistica delle auto e la porta di accesso per questo mercato nel Mediterraneo.
La nostra istanza, che è stata presentata da diversi mesi, è diventata ormai un fantasma invisibile a palazzo Rosciano, confermando il non interesse dell’Autorità Portuale a generare, fra diretto e indotto, centinaia di posti di lavoro e importanti investimenti in un territorio ridotto alla fame.
Nel pieno rispetto delle normative e delle regole, chiediamo a gran voce che venga data una risposta a chi è a casa in attesa di essere assunto. Noi siamo pronti a partire e a realizzare in tempi rapidissimi ciò che abbiamo promesso. Sono il mercato e i nostri clienti a chiedercelo. Nel caso l’Autorità Portuale frapponesse pretestuosi ritardi procedurali, diventerà ancor più legittimo pensare che questa istituzione, che dovrebbe essere al servizio del lavoro e quindi dell’occupazione, sia nella realtà vassalla di ben altri particolari interessi, che dovranno essere oggetto di ulteriori indagini da parte della magistratura.