INTERVISTE / Senza infrastrutture e logistica il sistema economico italiano si ferma – Forum, Shipping meet Industry

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Dalla crisi del 2009 ad oggi l‘Italia è un paese in sostanziale declino, tenuto in piedi esclusivamente dai settori import ed export –  Porti, interporti e aeroporti, necessario un sistema che non si disperda ma che si limiti a “nodi e reti centrali” – Traffico ferroviario tra Cina e Europa aumentato negli ultimi anni del 6% – Queste e altre le tematiche affrontate durante la due giorni milanese del Forum “Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry”.

Lucia Nappi

MILANO – L’economia italiana nei prossimi dieci anni, le nuove sfide messe in campo dalle nuove tecnologie, la logistica sempre più elemento centrale per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese e del suo posizionamento competitivo a livello globale. Queste le tematiche affrontate durante la due giorni milanese del Forum “Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry”.
Un faccia a faccia tra i principali operatori del mondo del trasporto, della logistica, i rappresentanti delle aziende manifatturiere e gli esperti delle varie tematiche. Assente, non giustificata, la rappresentanza politica: avevamo invitato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ma non è venuto e neppure ha mandato nessuno dei suoi ministri” – questa la stoccata al governo lanciata, nella sessione di apertura, da Betty Schiavoni, presidente di Alsea (Associazione Lombardia Spedizionieri e Autotrasportatori).

La discussione parte dal tema delle tecnologie emergenti e la capacità di queste di impattare sulle imprese. L’internet delle cose, la blockchain, l’intelligenza artificiale, i big data, trend a cui le aziende nazionali devono adeguarsi, pena l’esclusione dal mercato. Il dibattito pertanto si focalizza su come affrontare queste sfide e come le nostre aziende possano adeguarsi, a queste nuove necessità, in tempi brevi.
Le nuove tecnologie sono entrate pesantemente nel nostro mondo e stanno modificando radicalmente il concetto di logistica– dice Riccardo Fuochi presidente The International Propeller Club Port of Milan -(VIDEO INTERVISTA)“L’ecommerce sta cambiando la distribuzione, creando nuove necessità e le nostre aziende sono costrette ad adeguarsi a questo nuovo trend. Scompariranno attività e professioni, altre attività che stanno avendo una diffusione sempre più ampia, le sostituiranno“.
Come affrontare queste sfide?Sono positivo che le nostre aziende abbiano la capacità di adeguarsi a queste nuove necessità in tempi brevi.” Perché questo sia possibile si rende necessario l’intervento della politica, specifica Fuochi, fondamentale “il completamento delle infrastrutture su cui siamo carenti”.

INFRASTRUTTURE
Senza infrastrutture e senza una logistica efficiente il sistema economico italiano si ferma, questo il punto di partenza che trova gli interlocutori allineati: “Tutte lamentiamo la difficoltà sul mondo del trasporto e della logistica” dice il rappresentante delle imprese manifatturiere lombarde, Mario Castaldo, presidente Gruppo Trasporti Logistica e Infrastrutture, Assolombarda (VIDEO).
La fotografia mostrata è quella di un paese in sostanziale declino, dalla crisi del 2009 ad oggi, tenuto in piedi esclusivamente dai settori import ed export. I dati parlano chiaro: sono diminuiti gli investimenti e i consumi di contro la produzione industriale ha registrato lo 0,2% 0,3% di crescita. “Un’economia sostanzialmente ferma” denuncia il rappresentante delle imprese manifatturiere lombarde – “Siamo in una situazione di recessione” – gli unici settori in crescita e che hanno trainato il paese per non farlo cadere in default, sono state quindi le esportazioni e le importazioni.

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E se poi si analizzano i dati di crescita, c’è poco da stare sereni, perché in dieci anni il nostro paese rispetto all’Europa ha perso sostanzialmente delle posizioni, passando dal 7° al 9° posto per l’export e dal 8° al 11 posto per l’import. “Eppure l’export rappresenta il 30% del PIL italiano e nel 2019 è aumentato del 3,4% pari a 480 miliardi di euro settore significativo del sistema economico italiano”.
Da qui la proposta, lanciata dal rappresentante di Assolombarda, di un piano condiviso dal mondo del trasporto e della Logistica “una vision per i prossimi venti anni e per aiutare il sistema delle imprese ad essere più competitivo sul piano internazionale” in cui centrale sia lo sviluppo infrastrutturale del paese, mentre oggi “in Italia 80% dei progetti per le infrastrutture sono fermi”.

Il tema delle infrastrutture ritorna centrale a detta di tutti i rappresentanti delle categorie. Betty Schiavoni, presidente di ALSEA, denuncia la mancanza di stabilità e certezze nel nostro Paese, a partire dall’amministrazione pubblica per arrivare al mondo della politica, questo danneggia le imprese a tutti i livelli. Guardando al sistema di porti, interporti e aeroporti l’auspicio che “non si disperda” non si parcellizzi, ma sul modello del Nord Europa, si faccia fronte ad un sistema limitato a “nodi e reti centrali” sui quali concentrare i flussi delle merci. Riguardo ai porti, sull’asse tirrenico il sistema si concentri pertanto sulla Liguria: Genova-Savona-La Spezia, mentre per il versante adriatico viene individuato Trieste. “Perché le merci hanno già scelto la loro strada” specifica Schiavoni, gli altri porti rafforzino pertanto le loro vocazioni, come “Livorno lo sta facendo nel settore ro-ro e Ravenna nelle rinfuse solide“. Lo stesso discorso vale per gli Interporti e gli aeroporti: Rivalta Scrivia sia l’area a terra di sbocco per porti liguri e Malpensa funga da hub nazionale per il sistema aereo.

CORRIDOI LOGISTICI FERROVIARI
Spostando lo sguardo ai traffici a lunga distanza su ferrovia, Andrea Giuricin, docente dell’Università Milano-Bicocca, interviene (VIDEO) sul tema della Belt and Road Iniziative: “La quota di mercato modale del treno, per quanto riguarda i traffici Cina-Europa è ancora molto limitata, corrispondente al 2%-3% in valore” –Tutto questo però sta cambiando, perché c’è un grande investimento cinese, c’è un’alleanza Cina–Russia e il treno può rappresentare un trasporto efficiente perché più veloce rispetto al trasporto marittimo, 21 giorni in meno rispetto alla nave, ma anche meno caro rispetto al trasporto aereo”.
Il trasporto su ferro rappresenta quindi una nicchia di mercato che può risultare vincente, ma perché questo si verifichi ci sono carenze da superare sul piano per esempio dell’intermodalità e dei terminal fra Cina e Russia che ancora non lo rendono così attrattivo. Traffici ad oggi ancora piccoli,ma in grande aumento, basti pensare che in questi anni il traffico ferroviario tra Cina e Europa è aumentato del 6%. Cambiamenti che si verificheranno nei prossimi anni,  data la quantità degli investimenti cinesi.
Quali i principali limiti? “Interruzioni e carenze si manifestano soprattutto quando i treni varcano i confini europei” dice Giuricin – poichè ogni sistema ha caratteristiche nazionali e diverse tra loro: “segnalamento e infrastrutturale anno sì che, ancora di fatto, l’Europa ferroviaria ancora non esista” – “Siamo quasi all’anno zero”- Le difficoltà incorrono anche sul piano delle lingue diverse che sono quelle degli stati che attraversa il treno – Qualcosa si sta andando avanti , ma l’obiettivo individuato dal docente sarebbe “Creare un’area unica per il trasporto ferroviario, per renderlo efficiente” – “Ridurre i costi di trasporto della merce su ferro, migliorare tutto il sistema logistico, italiano e europeo ma addirittura il sistema globale”.

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Per l’Italia vent’anni di stagnazione dal punto di vista infrastrutturale è la denuncia provocatoria di Mino Giachino, presidente Saimare (VIDEO) – “Senza infrastrutture e senza logistica efficiente il sistema economico italiano si ferma. E il Paese che è fermo da 20 anni non ritornerà a crescere”- continua Giachino che un anno fa è stato protagonista di alcuni interventi a favore della Tav– “L’Italia ha bisogno di aumentare le esportazioni, pertanto abbiamo bisogno di una manifattura competitiva e di infrastrutture efficienti ben collegate con il mondo” – “Salvando la Tav abbiamo fatto la cosa più importante l’anno scorso” – “L’opera ci metterà in rete con tutto il mercato europeo e a Budapest potrà incontrare la via della seta. Salvando quell’opera abbiamo salvato 100 miliardi di PIL nel prossimo futuro, ma abbiamo salvato anche il collegamento con la Cina”.

 

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