Alla presentazione in Capitaneria di porto di Livorno del nuovo provvedimento sul taglio tariffario del rimorchio portuale, si parla di ricadute economiche che il provvedimento mette in atto, competitività tariffaria con i porti liguri e di Darsena Europa.
Lucia Nappi
LIVORNO – Il porto di Livorno presenta la revisione del nuovo sistema tariffario del servizio di rimorchio portuale ridotto quasi dell’8% (per l’esattezza 7,83%). Presentazione in tandem, fatta in Capitaneria di porto a Livorno, dai protagonisti. Siedono al tavolo dei relatori: l’Autorità marittima e il concessionario del servizio, nella fattispecie l’ammiraglio Giuseppe Tarzia e Piero Neri, rispettivamente il comandante dell’Autorità e il presidente del Gruppo F.lli. Neri.
L’annuncio pertanto segna un «momenento storico per il porto» – dice l’ammiraglio che, cifre alla mano, sciorina numeri percentuali: dal 2018 ad oggi riduzioni oltre il 42% con il taglio netto all’extra costo, la maggiorazione del sabato.
Quale la ricaduta economica dell’abbassamento tariffario?
«La ricaduta economica sul costo di ciascuna operazione” – spiega Tarzia – «per i riflessi sui traffici non penso che il porto, nella sua attuale configurazioe, possa esprimere potenzialità superiori a quelle attuali, 16 mila arrivi e partenze, una medie in alcuni periodi dell’anno di 50 navi giornaliere, moltiplicato per: il numero delle banchine disponibili, i tempi di sosta della nave, le variabili come: maltempo, limiti di fondali di dimensione delle banchine e aree retro portuali, Siamo arrivati a drenare fino all’ultimo granello di sabbia per il pescaggio delle navi. Il prossimo potrà essere solo “il nuovo” senza il nuovo anche queste misure perderanno uno slancio».
Il provvedimento pertanto terrà ancora in pista Livorno in maniera competitiva, ma non per molto, «fino a che non arriverà il nuovo». E il nuovo ormai per Livorno è risaputo, è la Darsena Europa che, evocata dall’ammiraglio ma non nominata, forse per paura che l’argomento “goloso” rubi la scena primaria al fatto del giorno. Tanto più che seduto in prima fila c’è il presidente dell’Autorità portuale, Stefano Corsini. E infatti è così perchè, il tema appena accennato, rischia di sviare l’attenzione sul motivo per cui tutte quelle persone sono lì. Ma l’ammiraglio prontamente riprende le redini della situazione e nessuno va fuori tema, per il momento.
Si torna pertanto al colpo di scure alle tariffe del rimorchio, il «pesante investimento» fatto dal Gruppo Neri per il rinnovo della flotta, i nuovi rimorchiatori azimutali, ma altri ancora più avanzati stanno per arrivare tant’è che il presidente Neri ne annuncia il battesimo.
In attesa del nuovo, di quanto tempo ha ancora Livorno prima che i 16 mila arrivi inizino a diminuire?
«Il prima possibile»-«Se il porto rimane così sarà progressivamente marginalizzato, non per il porto in sé che continuerà a porsi in maniera competitiva, ma sarà l’armamento stesso a fare una scelta diversa. Le navi container, ma anche le altre tipologie di navi. Si va progressivamente verso il gigantismo navale, che risponde ad un’economia di scala in cui i costi devono essere contenuti necessariamente. E per contenere i costi non si può altro che massimizzare il trasporto. L’entrata in vigore delle norme sul tenore di zolfo, che tutti quanti abbiamo salutato con entusiasmo, ma che hanno una ricaduta sul costo del prodotto, perchè andranno a incidere sui noli. Questo comporterà che l’armamento sulle linee secondarie metterà navi meno performanti. Rischio che da un porto hub si finisca a porto di transhipment, che si ripercuote sul valore unitario di ciascuna operazione, nel trashipment c’è solo il trasferimento ma vengono a mancare tutti i servizi. Questo significa il prima possibile».
Le nuove tariffe del servizio di rimorchio sono più competitive rispetto a Spezia e Genova?
«Entrare nel porto di La spezia, non vale quanto portare una nave nel canale industriale del porto di Livorno, per durata dell’operazione e difficoltà di manovra. Però valutato al netto delle caratteristiche, la nostra tariffa è competitiva quanto quella di La Spezia e Genova».
Darsena Europa quanti anni ancora ci vorranno ancora, quale è il punto della situazione?
A questo punto la domanda sul tema Darsena Europa è accolta, essendo l’incontro in chiusura. L’ammiraglio Tarzia, tiene a precisare che, il progetto preliminare, ricevuto in copia dall’Authority è in fase di studio con «osservazioni propositive» su «aspetti tecnico nautici, di sicurezza, in termini di tipologia di navi usate per la simulazione, orientamento, lunghezza, distribuzione degli spazi e pescaggi» – Pertanto massima attenzione sull’opera affinché «non nasca vecchia e sia all’altezza della situazione» -Poi una battuta al vetriolo in conclusione. L’ultima opera pubblica nel porto di Livorno? E’ stata la Darsena Toscana nel 1981. «Su questo credo di dover mettere un punto e non dover dire altro».
La tempistica per vedere realizzata la maxi Darsena rimane è il 2024, lo conferma Corsini, come già aveva detto durante l’incontro con il ministrio De Micheli a Livorno. La fase attuale vede lo studio del progetto preliminare: «stiamo per dare il via alle simulazioni, insieme alla Capitneria, per studiare la soluzione definitive da adottare». Ne seguirà la stesura del progetto definitivo che «nell’arco di pochi mesi» verrà sottoposto al consiglio superiore dei LLPP come prevede l’iter.
La tempistica per la consegna della maxi Darsena è pertanto «coerente con la programmazione dei collegamenti ferroviari» specifica Corsini -«E’ stata fatta una revisione del progetto che lo rende sostenibile dal punto di vista economico e finanziario»- Corsini conferma la presenza di «un interesse consolidato di alcuni operatori» nei confronti del progetto ferroviario e logistico della Piattaforma– «siamo nella fase di decidere definitivamente e comunque stiamo predisponendo la documentazione per procedere». Pertanto sbagliato parlare della maxi Darsena senza parlare dei nodi ferroviari e della revisione del sistema logistico che nell’insieme costituiscono la Piattaforma Europa, «una pianura che fa di Livorno, quando avrà i fondali, il vero porto di attrazione perchè è più vicino ai mercati ed ha immense aree da poter utilizzare».
I tempi dei procedimenti amministrativi? Purtroppo sono quelli che sono, ma «i finanziamenti ci sono» rassicura il presidente «abbiamo chiesto i finanziamenti al ministero ed è in corso la procedura».
Sul fronte intermodale infatti rimane come punto fermo il ruolo concreto di RFI, working progress dichiarato da Corsini a fine gennaio su Corriere marittimo, per il progetto complessivo che vede l’impegno di RFI ad entrare nella società dell’Interporto Vespucci SpA, accordo per il quale è in corso la trattativa. A questo si aggiungerebbe inoltre, secondo voci vicine al dossier, l‘interesse da parte delle Ferrovie Svizzere – settore italiano. Interesse che vedrebbe, al momento, la costituzione di un Tavolo tecnico per lo studio di tratte ferroviarie per lo spostamento delle merci dalla Maxi Darsena alla destinazione finale, senza rotture di carico, in l’Europa e maggiormente in Germania.