Non ci sarà alcun allentamento delle misure restrittive questa settimana, la fase 2 scatterà il 4 maggio, lo ha chiarito il premier Conte, sabato, riunendo in video conferenza la cabina di Regia, Regioni, Comuni, Province, per fare il punto sulle misure da adottare. Pertanto restano fermi tutti i divieti attuali fino al 3 maggio «poichè – ha spiegato Conte – gli effetti del contenimento non sono tali di venir meno agli obblighi attuali».
Cantieri navali
Da parte delle imprese, invece, continua il pressing per la ripartenza. In ambito navale, il settore della cantieristica, a cui il “via” permette una ripartenza solo a metà, poichè tra le attività a cui è consentito di tornare al lavoro ci sono i cantieri, ma solo per le attività di manutenzione e per la consegna delle unità navali già allestite e che attendono soltanto di essere consegnate. Da questo settore provengono le istanze per «l’apertura anche alle aziende che si occupano di costruzione» lo fa sapere in una nota il Gruppo Genova Industrie Navali (Gin) indirizzata al presidente della Regione Liguria Toti: «Adottate tutte le misure per il contenimento del contagio, ora il pericolo è la tenuta delle aziende». Gin è la holding costituita nel 2008 dall’unione di due storici cantieri genovesi, T. Mariotti e San Giorgio del Porto e che ha visto, un anno fa, l’ingresso di Fincantieri con una partecipazione di minoranza. Un’esclusione – suggerisce l’azienda – che penalizza il Gruppo, primo player privato nella cantieristica navale a livello nazionale, con più di 500 dipendenti diretti, 1200 indiretti e circa 200 milioni di fatturato annuo.
«Abbiamo alcune commesse in corso – dice nella nota Marco Bisagno, presidente di Gin – che non possiamo più lasciare in sospeso. Si tratta di lavori commissionati ben prima del lockdown, già in fase di allestimento e che hanno tempi di consegna scritti e contrattualizzati. Non ripartire con le lavorazioni significa procrastinare ulteriormente le consegne, perdere il fatturato, quindi la mancata remunerazione degli investimenti, mettendo rischio nuove possibili commesse e posti di lavoro. Chi oggi viene messo in ginocchio, domani non credo avrà le forze necessarie per rialzarsi in un contesto di economia depressa come quello che ci attende».
Le società del gruppo GIN hanno adottato fin da subito un protocollo aziendale di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, condividendo e adattando i principi del protocollo nazionale alle attività delle singole aziende, con un dialogo costante con le rappresentanze sindacali aziendali e con i responsabili della sicurezza.
«Ci siamo mossi in maniera tempestiva – dice Bisagno – adottando diverse misure per la sicurezza di tutto il personale, siamo certi di poter dare la possibilità a tutti di continuare a lavorare con tranquillità, nel rispetto delle disposizioni di legge in materia. Siamo responsabili di oltre cinquecento famiglie, a cui dobbiamo garantire non solo la tutela della salute ma anche uno stipendio e una prospettiva di vita».
Il protocollo prevede, in particolare, il controllo della temperatura all’ingresso nel luogo di lavoro sia per i lavoratori sia per il personale di terzi e fornitori, la limitazione e l’adozione di rigide procedure per gli accessi alle aree di cantiere e agli uffici, l’emanazione di direttive di comportamento all’interno delle aree aziendali: fase di carico e scarico merci, uffici, locali igienici, aree di ristoro, magazzini, officine, banchine. Inoltre, vengono garantiti l’igienizzazione frequente e la sanificazione periodica sia delle varie aree sia dei mezzi di trasporto, anche attraverso la messa a disposizione di specifici kit di sanificazione, la dotazione di dispositivi di protezione individuale e il rispetto della distanza interpersonale.
«Ogni potenziale fonte di contatto e diffusione del virus – afferma Bisagno – è stata identificata, e abbiamo creato un comitato interno che garantisce l’applicazione e il rispetto di tutte le misure adottate. La ripresa immediata e graduale delle attività di costruzione, in accordo con le rappresentanze dei lavoratori, oltre alla costante verifica dell’efficacia delle misure di prevenzione attuate ci permette di poter sperare in un orizzonte più sereno del futuro delle nostre aziende».