LIVORNO – Nella bozza del decreto Rilancio, di cui si parla dallo scorso fine settimana, il Governo ha espresso chiara volontà di proroga dei nuovi assetti dei collegamenti di continuità territoriale, tra Sardegna, Sicilia e i principali porti nazionali.
La questione ha tirato in ballo il rinnovo della convenzione alla compagnia di navigazione Cin del gruppo Onorato, ex Tirrenia, il cui contratto con lo Stato per la gestione della linee di continuità territoriale, è in scadenza a luglio prossimo, ma che se venisse varato il Decreto, così come si legge nella bozza, farebbe slittare la decisione di pervenire ad un nuovo bando per l’affidamento dei servizi su convenzione, di 12 mesi dall’uscita dell’emergenza, e con un immutato rapporto economico, 72 milioni di euro.
Sulla questione è intervenuto stamani Roberto Traversi, sottosegretario al Mit, durante la conferenza stampa, via web, dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, organizzata dal presidente Mario Mega, per la presentazione e della nuovo Comitato di Gestione dell’ente.
L’on Traversi, dopo varie difficoltà di “collegamento on line”, se volessimo fare dell’ironia potremmo suggerire che tra i 28 partecipanti al webinar, l’unico ad avere problemi di connessione è stato proprio il rappresentante del ministero per i “collegamenti” infrastrutturali, tale che la connessione è caduta, definitivamente, dopo la prima domanda sul decreto rilancio. Ma sicuramente è stato un caso.
Ebbene digressione a parte, si chiedeva conferma sulla volontà da parte del Governo di pervenire al rinnovo del rapporto su convenzione con Cin Tirrenia, sul perchè il MIt non avesse già predisposto il bando, del quale si parlava già a fine 2019, e se lo Stato avesse pensato ad un ingresso nella gestione di una nuova compagnia per la continuita territoriale con le isole maggiori.
«La scadenza era luglio e ci stavano lavorando- ha dichiarato Traversi – mi devo ancora aggiornare su questa cosa. A mio avviso stavano lavorando e l’unica cosa che teniamo è garantire la continuità territoriale. Ci stavano lavorando, c’era ancora un po’ di tempo».
Lucia Nappi