Il Tribunale Federale degli Stati Uniti ha accusato sei ufficiali del Russian Main Intelligence Directorate (GRU) – l’agenzia di Intelligence militare dello Stato maggiore delle forze armate russe – di attacchi informatici in tutto il mondo, incluso l’attacco di ransomware NotPetya che nel giugno 2017 penetrò i sistemi IT di Maersk.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha fatto sapere che, il 15 ottobre scorso, il Federal Grand Gury di Pittsburgh ha inviato un atto d’accusa per i sei ufficiali-hacker, tutti cittadini russi, poichè ritenuti responsabili degli attacchi informatici rivolti a centinaia di migliaia di computer in Europa, America e Asia, tra gli attacchi informatici più aggressivi della storia, condotti attraverso uno dei malware più avanzati mai realizzati NotPetya. Nel 2017 bersaglio degli hacker furono soprattutto le reti e i sistemi di medie e grandi aziende tra le quali TNT, Reckit-Benkiser e molte altre.
Un attacco che nel giugno 2017 vide cadere nella rete il gruppo terminalistico e armatoriale numero uno al mondo, Maersk – APM Terminals – con danni da 10 miliardi di dollari, di cui circa 300 milioni di dollari solo di mancati introiti. Come risultato dell’hackeraggio informatico: il carico rimase sulle banchine, i servizi di prenotazione furono interrotti, APM Terminals interruppe le operazioni in diversi porti del mondo tra cui il terminal di Rotterdam.
Inoltre il Governo Federale degli Stati Uniti ha accusato i sei ufficiali del GRU di essere coinvolti in azioni tese a sostenere gli sforzi del governo russo per destabilizzare l’Ucraina e la Georgia, minare le elezioni in Francia, ritenendo inoltre responsabile la Russia dell’uso di un agente nervino, Novichok, su suolo straniero per vendicarsi contro il divieto imposto alla bandiera russa di partecipare ai Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang nel 2018.