Confitarma -PNRR, nessuna azione concreta per agli armatori per la transizione green

Mario Mattioli

Sfida alla decarbonizzazione della flotta italiana serve un piano di intervento – Lo ha detto il presidente di Confitarma, Mario Mattioli in audizione alla IX Commissione Trasporti della Camera, nell’ambito dell’esame in sede consultiva della proposta di PNRR – Recovery Plan

ROMA – “Le sei missioni in cui si articolerà il PNRR rappresentano sfide ambiziose per il nostro Paese e un’importante occasione di crescita e sviluppo. In particolare, digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, transizione ecologica, infrastrutture e mobilità, istruzione e formazione, ricerca e cultura, per avere successo devono necessariamente prevedere specifiche azioni mirate al trasporto marittimo nel suo complesso”.

Lo ha affermato, oggi pomeriggio, Mario Mattioli, presidente di Confitarma, nel corso dell’audizione di fronte alla IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame in sede consultiva della proposta di PNRR – Recovery Plan. “Purtroppo – ha aggiunto Mattioli – le dichiarazioni d’intenti del PNRR non trovano riscontro in azioni concrete, per quanto attiene al trasporto marittimo, al quale, sebbene rappresenti uno dei settori più rilevanti per la transizione ecologica e sia notoriamente capital intensive, non vengono dedicate misure di sostegno. Gli unici interventi concreti per il settore marittimo contenuti nel PNRR riguardano il TPL e la portualità che, seppur importanti segmenti del comparto marittimo, rappresentano solo una parte del sistema”. “Inoltre, c’è il rischio concreto che per alcuni settori gli effetti auspicati del Piano si manifesteranno troppo tardi in quanto per le diverse misure di primo sostegno previste dalla manovra straordinaria adottata nel corso del 2020 mancano ancora i decreti attuativi relativi all’estensione degli sgravi contributivi alle navi iscritte nel primo registro navale e al fondo per il ristoro delle perdite sofferte dalle navi passeggeri”. “È necessario – ha affermato il presidente Mattioli – dare urgente attuazione ai provvedimenti già adottati nonché prevedere azioni di sostegno economico a ristoro delle ingenti perdite che altri settori, in primis il comparto cisterniero, stanno subendo a causa del devastante calo della domanda”.

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Dato che la sfida della decarbonizzazione interessa tutto il trasporto, sia pubblico che privato, occorre definire un piano di intervento che faciliti e acceleri il processo di sviluppo/rinnovamento ed adeguamento della flotta di bandiera, coinvolgendo la cantieristica italiana maggiore, già leader mondiale in alcuni comparti ad alto valore, ed anche quella minore in crisi da anni, individuando strumenti finanziari necessari anche attraverso il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e del settore privato. Inoltre, occorre attuare una strategia che garantisca l’identificazione di solide filiere di approvvigionamento che consentano il ricorso a carburanti avanzati e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie alla distribuzione e bunkeraggio del GNL. In questo senso è cruciale l’introduzione di meccanismi che stimolino la domanda di tali prodotti”.

Infine, le linee guida per la definizione dei PNRR danno la possibilità di attuare riforme strutturali. In tal senso, il cluster marittimo, da tempo unito nella richiesta di una governance unica per il mare, in questa difficile fase di riflessione sull’assetto del Paese, ritiene necessario che, in attesa dell’auspicata costituzione di un’efficace sede di coordinamento politico-amministrativo dedicata alle attività marittime, vengano rafforzate le Direzioni/Uffici del MIT dedicate per competenza alle materie della portualità, della navigazione e della logistica. “Last but not the least – ha affermato il presidente Mattioli – il processo di estensione dei benefici della bandiera italiana alle bandiere comunitarie che si concluderà a breve dovrà naturalmente essere rivolto a quei soggetti utilizzatori delle navi stabilmente radicati sul territorio italiano, che contribuiscono a generare PIL per la nostra economia. Al fine di evitare quanto purtroppo già accaduto nella logistica italiana, dove è venuta a determinarsi l’egemonia dei grandi operatori internazionali che decidono se, come, cosa e quanto trasportare, occorre difendere l’impresa italiana creando le condizioni di crescita e sviluppo delle tante realtà eccellenti del nostro settore. Il miglior modo per farlo è attraverso la semplificazione e l’aggiornamento di norme e procedure che risalgono anche all’Ottocento”.

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