Sergio Bologna: “Partnership fornitori logistici e committenza industriale, crescere insieme”

Sergio Bologna

Sul tema dell’utilizzo diffuso della resa ex works in Italia e la perdita di competitività per il nostro Paese, su cui è intervenuta il presidente di Fedespedi, Silvia Moretto, e trattato stamani da Corriere marittimo, riproponiamo un intervento del professor Sergio Bologna, da noi già pubblicato nel marzo scorso, ma che vale la pena di rileggere perchè sempre interessante.

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«Un rapporto di partnership tra fornitori logistici e committenza industriale in cui entrambi crescono e investono» – dice Sergio Bologna, presidente AIOM- «Se non facciamo una politica industriale come può esserci una buona politica della logistica? – «Speriamo che questo governo intervenga».

Lucia Nappi

LIVORNO – Il problema della sovranità logistica dei Paesi a livello europeo, si è posta all’inizio degli anni ’90 con l’ingresso dei player extra europei (TNT, UPS, FedEx e DHL) con modelli di business diversi che rischiavano di mettere l’Europa fuori mercato e in condizione di inferiorità dal punto di vista logistico. in seguito a questo alcuni Paesi europei misero in avvio un processo di cambiamento che, per esempio, portarono le Poste olandesi ad acquisire TNT e le poste tedesche DHL

«Come oggi Amazon ha un modello di business differente e domina in settori del mercato grazie a questo» – Secondo il professor Sergio Bologna, presidente AIOM, intervenuto al forum milanese Shipping, Logistics meet Industry, sulla questione della Sovranità logistica riferita al nostro Paese «è una partita persa oltre 20 anni fa» Un problema che si è posto in Europa anni fa e al quale l’Italia non ha saputo reagire. Da cui nel 1999 la cessione al Belgio di uno dei nostri campioni della logistica, Saima Avandero. Pertanto parlare di un campione nazionale della logistica nel nostro Paese è una partita vecchia – sottolinea Bologna – tardi e inutile parlarne adesso. Oggi «sarebbe solo possibile se un soggetto come Cassa Depositi e Prestiti acquisisse un grande player internazionale» – ma è una vecchia tematica, come il Franco fabbrica.

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Il problema centrale secondo Sergio Bologna non è tanto il franco fabbrica, quanto il rapporto tra fornitori di servizi della logistica e committente industriale. «Se definito un rapporto di partnership strategica, in cui entrambi crescono con contratti di 5 anni, non di 1 anno, quindi più lunghi che permettano gli investimenti del partner logistico, di crescere insieme e di compiere degli investimenti strategi recipoci, questo è prioritario rispetto al Franco fabbrica».

Da questo punto di vista la situazone attuale «non è così negativa» – specifica – «poichè in questi anni il rapporto tra i due soggetti è migliorato, i contratti sono di maggiore durata, sono più lunghi gli investimenti vengono fatti insieme e se poi all’interno di questi rapporti uno vende Franco Fabbrica è secondario».

L’Italia lamenta una subalternità logistica rispetto ad altri Stati, ma la mancanza di una politica industriale solida determina la mancanza di una politica della logistica, «esempio recente è l’operazione Stellantis» – «siamo arrivati al punto più basso» operazioni come la mancata acquisizione Fincantieri-STX nozze saltate dopo anni di tira e molla – «Se non facciamo una politica industriale come può esserci una buona politica della logistica? Spero che questo governo se ne accorga e su alcune questioni intervenga»

Nella nostra industria la logistica è ancora considerato un elemento di variazione dei costi non un asset strategico.

 

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