LIVORNO – Quali sono i fenomeni che stanno caratterizzando il Mediterraneo in termini di traffici marittimi? – Risponde al quesito Alessandro Panaro, SRM – Studi e Ricerche sul Mezzogiorno (centro di studi economici e ricerca parte del Gruppo Intesa Sanpaolo) intervenuto alla conferenza del progetto EasyLog, svolta stamani in modalità digitale.
Quali i fenomeni che caratterizzano il Mediterraneo
Il gigantismo navale che ha iniziato un processo di selezione dei porti e di investimenti in termini di attrezzature di banchina. Gigantismo navale non riferito esclusivamente al settore delle portacontainer ma anche alle navi ro-ro che negli ultimi 10 anni hanno incrementato le proprie dimensioni del 20%. Navi sempre più grandi, più performanti e meno inquinanti.
La congestione dei porti, a causa soprattutto della pandemia, è un fenomeno che ha fatto impazzire il mercato dei noli, ha causato ritardi nelle partenze e arrivi delle navi e una perdita dei traffici da parte dei nostri porti.
L’incaglio della nave Ever Given che ha bloccato per 11 giorni il Canale di Suez, All’apparenza un avvenimento circoscritto ma in realtà il fenomeno ha causato il blocco 2 miliardi al giorno di import export di merce italiana verso i paesi del Middle East e Far East, con conseguenti problemi di ordine logistico e di approvvigionamento.
Gli investimenti cinesi nel Mediterraneo, la Cina sta acquisendo importanti e grandi terminal portuali
«Sono questi fenomeni- ha spiegato Alessandro Panaro – che hanno messo a fuoco la necessità di pervenire ad un processo di regionalizzazione delle rotte che conducono al ro-ro e allo Short-sea shipping. Se il nostro Paese riuscirà ad accorciare le catene del valore, anche con un processo molto lento, il nostro know-how potrà solo giovare ai nostri processi logistici». La regionalizzazione e i traffici ro-ro e short-sea shipping possono pertanto rappresenta i due assi portanti dell’Italia in termini di trasporto marittimo.
Secondo le stime di SRM «le ZES aumenteranno il ruolo del ro-ro e dello short-sea shipping, sono queste il vero fattore che tenderà ad attirare più investimenti per far aumentare il traffico portuale, dai container ai ro-ro sia su rotte a corto raggio che su quelle a lungo raggio.
E’ un processo di attivazione di investimenti esteri e locali necessario, ZES e ZLS dovrebbero attivare la sburocratizzazione delle procedure e un aumento della domanda di digitalizzazione».
ALCUNI DATI:
Nel 2020 i traffici ro-ro nel nostro Paese hanno subito una perdita abbastanza contenuta pari al 7, 2%;
Traffici nazionali ro-ro e short-sea shipping: Nel 2009 il dato era del 40%, con una crescita nei nel 2020 pari al 43%. Un processo lento che potrà avere una accelerazione;
Traffici a corto raggio, confronto europeo: L’Italia è il primo paese in Europa con 311 milioni di tonnellate di traffici;
Traffici a corto raggio, confronto Mediterraneo: L’Italia detiene il 37% della quota traffici del Mediterraneo;
RO-RO: I porti nazionali protagonisti sono: Livorno, Salerno, Genova, Catania e Trieste (i primi cinque porti italiani) con il 43% di traffici nazionali;
Il 24% dei porti nazionali vive di ro-ro;
La movimentazione di navi ro-ro nel Mediterraneo negli ultimi 7 anni è cresciuta del 7,4%;
Car carrier, segmento dei traffici ro-ro: Dopo una forte perdita nel 2020 è atteso il rimbalzo nel 2021. Nell’anno in corso si prevede il superamento dei 25 milioni di auto trasportate via mare.
Il settore ro-ro durante la pandemia: perdita contenuta (7,2%) – nel totale le merci italiane hanno perso il 10%, la vera crisi è stata nel comparto crocieristico con l’azzeramento dei traffici (-94,6%).
Lucia Nappi