CIN – Tirrenia chiede al Mise un Tavolo di confronto – Ai Sindacati: Occupazione, nessuna mutazione

Nave Tirrenia

CIN – Tirrenia ribadisce la richiesta al Mise per la convocazione dei propri rappresentanti e di quelli di Tirrenia in AS ad un tavolo di confronto per la ricerca di una soluzione. Lo si legge in una nota della società nella quale si risponde anche alle preoccupazioni espresse dai  sindacati per il futuro dei 6 mila lavoratori, spiegando che« il piano industriale non prevede mutazioni nel perimetro occupazionale, ma solo la sostituzione di navi con nuove unità già attualmente in costruzione».

Questo il testo:

«Riscontriamo i comunicati e la posizione dei sindacati Filt Cgil e Fit CISL in cui esprimono legittima preoccupazione per il futuro di CIN-Tirrenia ed in particolare del futuro dei 6.000 marittimi, tutti italiani, della flotta Onorato. Condividiamo pienamente la loro apprensione soprattutto perché, come già comunicato, l’offerta rifiutata dal Mise e dai commissari di Tirrenia in AS prevedeva il pagamento dell’80% del credito dovuto contro circa solo il 15-20 %, come attestato, tra svariati anni e senza ovviamente alcuna garanzia occupazionale. Il rifiuto di quest’ultima è già difficile da spiegare.

Ma, a proposito dello stallo nella trattativa con i Commissari Tirrenia in AS, la giustificazione è stata il nodo delle garanzie. Su questo punto precisiamo che anche grazie e soprattutto all’intervento del fondo Europa Investimenti pagheremo 77 milioni di euro in favore di banche e bondholders, ovvero l’intero debito CIN nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche attualmente esistenti in loro favore sulle navi con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in AS. Non comprendiamo quindi perché si parli di un problema di garanzie, considerando anche che il valore delle navi offerte in garanzia a Tirrenia in AS è oltremodo capiente rispetto al credito dovuto.

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Tutto ciò risulta incomprensibile e quindi strumentale e pretestuoso soprattutto alla luce del fatto che Tirrenia in AS è un creditore chirografario, ovvero oggi privo di qualsiasi garanzia reale.

Le altre condizioni, sei (6) in totale, imposte dal MISE, quattro sono state accettate e due sono state ritenute dall’Attestatore illegittime e con profili di illegalità.

Tornando alle legittime apprensioni dei Sindacati, con cui siamo pronti e con piacere a proseguire con ulteriori confronti quanto prima, oltre quelli già intercorsi di recente, il nostro piano industriale non prevede mutazioni nel perimetro occupazionale, ma solo la sostituzione di navi con nuove unità già attualmente in costruzione».

Conclude l’azienda: «E’ il caso di precisare che CIN ha già e più volte chiesto al MISE la convocazione dei propri rappresentanti e di quelli di Tirrenia in AS ad un tavolo di confronto per facilitare la ricerca di una soluzione alla presenza degli esponenti ministeriali, ma il MISE non ha mai dato alcun riscontro a queste ripetute richieste».

 

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