Il Tar dà il via libera ai Bacini di Carenaggio di Livorno per Azimut Benetti

Azimut Bacini
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LIVORNO – Via libera alla gara di aggiudicazione dei Bacini di carenaggio del porto di Livorno. Il Tar della Toscana con sentenza ha rigettato i ricorsi presentati dalla società di riparazioni navali Jobson Italia srl. Nel gennaio 2020 si concludeva  la gara Bacini di Carenaggio, l’Autorità di Sistema Portuale del MTS in commissione di gara  dava valutazione delle offerte tecniche e delle offerte economiche, dichiarando conclusa la gara in favore di Azimut Benetti che proponeva l’utilizzo dei Bacini per la costruzione di Yacht.

L’aggiudicazione tuttavia veniva sospesa a causa dei ricorsi presentati dalla società Jobsoni. Nel marzo scorso tra gli ultimi provvedimenti del presidente uscente dell’AdSP, Stefano Corsini, veniva data aggiudicazione provvisoria della gara ad Azimut Benetti ma il Tar segnava un ulteriore stop con una sospensiva in attesa di decidere sulla questione. La decisione adesso è arrivata e l’AdSP può procedere alla assegnazione della concessione ad Azimut Benetti che per 10 anni avrà la gestione del compendio svolgendo attività di costruzione, allestimento e riparazione di navi da diporto nonché riparazione di navi passeggeri o merci. Naturalmente la vicenda potrebbbe slittare ancora, qualora Jobson decidesse di ricorrere al Consiglio di Stato.

I BENI IN CONCESSIONE:

La gara ha come oggetto l’assegnazione di due bacini di carenaggio, relativi piazzali e banchine per un totale di oltre 92 mila metri quadrati.
a) Bacino di carenaggio in muratura – Accosto 77 – lunghezza di mt.350 x 56 profondità m. 9.70/8.70; b) Bacino di carenaggio galleggiante della lunghezza di mt.180 x 32; c) Piazzali aventi dimensioni complessive di mq.65.510 oltre mq. 26.610 di specchi acquei; d), e), f), Banchine nn.76,77, 78 e relativi antistanti specchi acquei.

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LA SENTENZA

Il tribunale amministrativo di Firenze (nel collegio presieduto da Rosaria Trizzino con Riccardo Giani estensore e Nicola Fenicia consigliere) ha infatti respinto il ricorso principale presentato da Jobson Italia srl e diretto a chiedere l’annullamento della procedura selettiva che ha messo in ballo 92 mila metri quadrati di specchi acquei tra la banchina 76 e la banchina 78.

Nell’esaminare le censure mosse all’atto di aggiudicazione della procedura selettiva con il ricorso n. 2 del 2021, i giudizi amministrativi hanno in sostanza sottolineato come non vi siano state irregolarità nella procedura posta in essere dall’AdSP.

Per il Collegio è innanzitutto infondata la censura mossa da Jobson e diretta a dimostrare come Azimut Benetti avesse dovuto essere esclusa dalla gara per la negligenza e incuranza mostrata nei confronti delle strutture di cui pure era concessionaria.

Il Collegio rivela come “le problematiche evocate da parte ricorrente, attinenti a contestazioni rivolte alla Azimut Benetti in relazione alla gestione di beni demaniali, non hanno dato luogo ad accertamenti di responsabilità della società medesima, in seno ai giudizi pur avviati nei suoi confronti”. Anzi, “l’Autorità portuale e la Azimut Benetti stessa sono poi addivenute ad una procedura conciliativa“.

Del pari, è stata respinta la pretesa di Jobson di escludere Azimut dalla gara a causa della presunta violazione dei requisiti di ordine generale previsti ai fini della partecipazione ad una gara pubblica.

Il Tar ha anche dichiarato improcedibili le censure aggiuntive, presentate anche in ulteriori ricorsi accorpati poi in un unico procedimento, con le quali Jobson ha chiesto l’annullamento di concessioni provvisorie assegnate ad Azimut Benetti prima dell’assegnamento della selezione comparativa. Per il Collegio si tratta di concessioni ormai trascorse “così che l’eventuale annullamento degli stessi sarebbe privo di qualsiasi giuridica efficacia”.
Il TAR ha quindi condannato Jobson al pagamento delle spese giudiziarie, per un totale di dieci mila euro.

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«Si conclude così – commenta il segretario generale Massimo Provinciali – un lungo e travagliato percorso burocratico che aveva avuto inizio nel 2015 con la pubblicazione della gara, e che si era interrotto poco dopo a causa dell’incidente incorso alla nave Urania, che aveva provocato la morte di un lavoratore e seri danni ad uno dei bacini interessati dalla procedura. Siamo soddisfatti non solo perché potrà essere portato a termine il procedimento concessorio, ma soprattutto perché, ancora una volta, è stata confermata la piena legittimità del lavoro eseguito dagli Uffici dell’AdSP».

 

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