La logistica globale sotto scacco dalla crisi Covid del porto cinese di Yantian

Yantian Port

Rigidi regolamenti cinesi per la documentazione doganale, test Covid per gli autisti che entrano nei porti, barriere legali tra Cina e Hong Kong. Solo alcuni degli elementi che bloccano la logistica globale.
Gli spedizionieri possono dire addio alla stabilizzazione dei prezzi e non è prevedibile quando la situazione potrà migliorare.

YANTIAN – Il nuovo focolaio di Covid-19 che, dalla fine del maggio. causa forti restrizioni operative nel porto cinese di Yantian, centro chiave del commercio globale nella provincia di Guangdong, continua a mettere sotto pressione la catena di approvvigionamento. Senza previsioni di miglioramento per tutto il 2021.

Le conseguenze di questa situazione, ormai è chiaro da tempo, sono molto più gravi di quelle causate dal blocco del Canale di Suez a fine marzo scorso. Dall’inizio di giugno, il porto di Yantian è parzialmente aperto e funziona solo al 30% della sua capacità precedente. Lunghe code e ritardi stanno costringendo le aziende di logistica a riorganizzare le catene di approvvigionamento.

Secondo la ricostruzione di AsstrA-Associated Traffic AG, operatore multinazionale di trasporti e logistica con sede a Zurigo: “negli ultimi sei mesi, le consegne ferroviarie dalla Cina alla Russia hanno richiesto 40-50 giorni. Quindi, molti dei nostri clienti hanno deciso di reindirizzare le loro spedizioni via mare. Tuttavia, a questo punto, gli esportatori stanno affrontando nuove sfide” –  “Il traffico merci dirottato da Yantian a Shekou e Nansha sta innescando un’ulteriore congestione portuale. La situazione ha portato a ritardi di 2-3 settimane per le spedizioni e le consegne”, ha commentato Vladislav Martin, capo del dipartimento di trasporto ferroviario UE/Cina di AsstrA.

La congestione è in ogni anello della catena logistica. Via mare per il trasporto marittimo, ampiamente diffusa al trasporto ferroviario, in ambito doganale e nel trasporto su gomma. Ogni settore subisce gravemente questa pressione.

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Rigidità della documentazione doganale

“A partire da fine maggio / inizio giugno, 20.000 TEU di carico e 50-60 navi non possono procedere verso le loro destinazioni” – spiega AsstrA in una nota – “Non possono essere reindirizzate in un altro porto, poiché i regolamenti cinesi riguardanti la documentazione doganale sono piuttosto rigidi e devono essere preparati per le partenze da luoghi specifici”.

Traffico su gomma

Anche il traffico di camion è stato limitato intorno ai porti di Huangpu e Foshan. Le operazioni di magazzino nella regione meridionale della Cina sono limitate, e ci vuole un miracolo per trovare veicoli disponibili in quella zona. Inoltre, i regolamenti richiedono agli autisti di mostrare risultati negativi del test Covid-19 prima di entrare in questi porti.

“Nonostante un certo volume possa passare attraverso Hong Kong, le condizioni del mercato logistico sono tese. Le barriere legali rendono difficile consegnare merci dalla Cina a Hong Kong con un ulteriore transito verso paesi europei come la Polonia“, sottolinea Vladislav Martin.

Caricatori e spedizionieri possono dire addio alla stabilizzazione dei prezzi e al momento non è prevedibile quando la situazione potrà migliorare. Infatti la nuova ondata pamndemica, insieme alla carenza di container in Cina e alle restrizioni portuali hanno fatto si chè gli spedizionieri paghino il trasporto marittimo container dieci volte di più. “Le aziende di trasporto e logistica sentiranno le conseguenze di queste restrizioni almeno fino al dicembre 2021, a condizione che Shenzen ritorni alla piena operatività entro la fine delle vacanze estive”.

La ferrovia non è una buona alternativa.

Conclude l’operatore logistico svizzero: “In queste condizioni, il trasporto ferroviario non è una buona alternativa. I container sono bloccati ai valichi di frontiera cinesi, della CSI e dell’UE. I container ferroviari e marittimi sono estremamente scarsi, con una domanda elevata e frequenti overbooking”.

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