Confetra, Stati Generali della Logistica del Mezzogiorno – Il Programma

Logistica porti

Nodi, Reti e Industrie al servizio dell’Italia e dell’Europa – Stati Generali della Logistica del Mezzogiorno Il 13 luglio a Napoli, complesso Museale San Lorenzo Maggiore.

Il Programma

10,30, Apertura dei Lavori I sessione:
La portualità meridionale tra Africa e Far East, Transizione Digitale e Green New Deal. Verso una nuova strategia.

I porti del Mezzogiorno possono avere un ruolo fondamentale nello sviluppo della capacità attrattiva dei traffici che hanno dimostrato di voler continuare ad insistere nel contesto Euro-Mediterraneo nonostante la crisi determinata dalla pandemia. Su quali infrastrutture investire, come e quando farlo sono scelte che non possono essere fatte a prescindere dal contesto economico e dalle sue prospettive di crescita.

L’analisi di quei mercati, la cui piattaforma logistica naturale è il sistema portuale della sponda sud del Mediterraneo, è il piano sul quale fondare le scelte infrastrutturali per il Sud. Sono infatti i Paesi dell’Africa sub-sahariana ad essere destinati a diventare dei player fondamentali nel contesto Euro-Mediterraneo. La crescita della loro capacità manifatturiera lascia immaginare che, nel medio periodo, possano guardare al Mediterraneo e alla sua sponda europea quale mercato di riferimento per il loro surplus industriale. Per spingerli a diventare nostri partner stabili e considerare quindi il Mezzogiorno un gate d’ingresso al mercato UE, bisogna costruire un’offerta logistica che provi ad anticipare le loro esigenze.

14,00- 16,00 – II sessione:
Il sistema infrastrutturale meridionale, stato e prospettive di sviluppo. Le ZES il campo sul quale si gioca il superamento del gap connettivo meridionale?

Raggiungere il Sud e spostarsi dal Sud, per persone e merci, è estremamente complicato, poco competitivo economicamente e spesso addirittura impossibile. L’Alta Velocità non può non tenere conto dell’esigenza di assicurare la completa continuità territoriale (Ponte sullo Stretto). Tuttavia gli investimenti in AV/AC a sud di Salerno, sull’intera dorsale adriatica ed in Sicilia non possono essere subordinati alla realizzazione del ponte stesso che deve essere il raccordo finale di un investimento che non può attendere oltre. Aeroporti moderni e collegamenti rapidi ed efficienti con i territori di riferimento. Il trasporto aereo di merci da/verso il Mezzogiorno, oggi si svolge esclusivamente attraverso gli aeroporti di Roma e Milano, cosa che si traduce ancora una volta in maggiori costi legati al trasferimento interno e in un maggiore impatto ambientale posto che tali trasferimenti si svolgono su gomma in assenza di altra opzione.

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Viabilità: lo stato delle infrastrutture esistenti è frequentemente inadeguato, la manutenzione carente, eppure la rete stradale del Sud, meno congestionata, potrebbe essere l’ideale laboratorio per testare il nuovo approccio all’utilizzo delle nuove infrastrutture autostradali (c.d. “smart road”) In questo scenario le ZES istituite possono diventare un’opportunità alla quale affidare questa prospettiva. Lo snellimento delle procedure autorizzative previste all’interno delle ZES, tempi celeri e soprattutto certi nell’ottenimento delle autorizzazioni sono alcune delle condizioni basilari sulle quali costruire un percorso di “appetibilità” economica delle realtà portuali del Mezzogiorno. Ma le sole ZES potrebbero non essere sufficienti senza essere integrate con Zone Franche portuali. L’esenzione di IVA e dazi per le merci extra UE possono infatti rappresentare un valido strumento di supporto per rendere le ZES ancora più attrattive.

16,00- 18,00 – III sessione:
PNRR e la nascita di una politica logistica nazionale. Gli investimenti nel Mezzogiorno: attese e speranze per una crescita strutturale.

Gli indicatori economici ci segnalano, al netto del Covid-19, un calo del PIL nel Mezzogiorno del 6% negli ultimi 10 anni a fronte di una crescita del Paese del 2,4% e di una media europea dell’11,7%.
L’evidente carenza infrastrutturale è uno dei maggiori freni a qualsiasi politica di sviluppo. Occorre ripensare integralmente alle infrastrutture in una logica di vera e propria politica industriale.
Quello delle dotazioni infrastrutturali generali è il punto di partenza sul quale innestare una serie di progetti specifici che vanno individuati secondo una logica animata da una visione di insieme basata su piani industriali, concertati con tutte le forze “pensanti” del territorio (logistica, manifattura, ricerca), che individuino percorsi di sviluppo con obiettivi concreti e misurabili.

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