Semplificare il quadro regolatorio per cogliere le opportunità del PNRR – Lo chiedono a gran voce i presidenti dei porti: Annunziata, Mega, Patroni Griffi, denunciando rischi e preoccupazioni – Colli di bottiglia burocratico-amministrativi. Puntare sulla velocità “nei prossimi 5 anni poteri straordinari ai presidenti dei porti” – “Solo a Genova si può fare un ponte in 2 anni?”
Lucia Nappi
NAPOLI – Tavola Rotonda sul tema “portualità meridionale tra Africa e Far East, Transizione Digitale e Green New Deal. Verso una nuova strategia” – svolta stamani sul palco degli Stati Generali della Logistica del Mezzogiorno, iniziativa lanciata da Confetra, Confederazione italiana dei Trasporti e della Logistica, a Napoli.
A parlare di portualità meridionale e sviluppo nell’ambito dei finanziamenti attivati dal PNRR sono intervenuti i presidente delle Autorità di Sistema: Andrea Annunziata porti campani, Ugo Patroni Griffi porti di Bari e Brindisi, Mario Mega porti dello Stretto (Messina e Milazzo) e il terminalista e presidente di gruppo F2i, Umberto Masucci.
Confronto dal quale sono emersi due principali preoccupazioni e problemi: In primo piano il timore che la capacità di progettare, di utilizzare e di spendere queste risorse possa essere fortemente limitata da aspetti burocratico-amministrativo.
Inoltre, non minore il rischio, manifestato apertamente dai presidenti Mega e Annunziata, che a causa delle inefficienze burocratiche il PNRR anzichè essere un piano di rilancio complessivo si riduca, ancora una volta, ad una lista di opere slegate e quindi un’operazione di assistenzialismo, senza un reale politica industriale da cui partire.
PATRONI GRIFFI: Colli di bottiglia, il principale è quello dei dragaggi
Il punto di vista del presidente Patroni Griffi rispetto al PNRR: “I soldi non sono stati mai il tema, se ci sono i progetti nella portualità e nella logistica i finanziamenti si trovano. Nei 4 anni del mio mandato nella nostra AdSP abbiamo intercettato 850 milioni di finanziamenti su varie linee, di cui 250 milioni sul PNRR. Il tema è essere in grado di spenderli e di tradurre le risorse in opere”.
“La semplificazione è l’altro tema” – spiega Patroni Griffi – “questo governo ci sta provando con il Decreto 77 che ha aperture inaspette: i commissari l’autorizzazione unica i poteri sostitutivi, il silenzio assenzo” – “speriamo che il Decreto venga convertito senza essere depotenziato” – ma dai primi riscontri – “la burocrazia sta rispondendo negativamente”
“Ci sono dei colli di bottiglia in cui si rischia di rimanere incastrati” che sono le varie autorizzazioni: paesaggistiche, ambientali, le varie procedure (ambientali) . Un esempio di colli di bottiglia nel porto di Brindisi è la Cassa di colmata, opera importante per contenere i sedimenti di altre opere: “gli accosti e i dragaggi”. Tutti i porti hanno bisogno di accessibilità e quindi i dragaggi, che è una delle opere più complesse da realizzare. Il problema di tutti i presidente dei porti è il dragaggio – “non riusciamo a farli se non in tantissimi anni e a fronte di grandissime difficoltà”. Progetto di Brindisi per il quale adesso siamo alla parte finale- ma è solo un esempio di un problema che non si risolve se non si affronta dalla testa”.
ZES
“Le ZES servono per attirare investimenti industriali e manifatturieri, che quando arriveranno avranno mille difficoltà”. “Il manifatturiero sotto banchina è realizzabile nel nostro Paese?” – chiede Patroni Griffi – “come proposta dall’on. Paita, serve una normativa sulla Pianificazione portuale” -poichè dobbiamo essere in grado di garantire i tempi”
MASUCCI: Nel Mezzogiorno mancano le infrastrutture, l’intermodalismo ferroviario è pari a zero”
“I dati danno la possibilità di riflettere e fare conclusioni” – dice Masucci – “Degli 8 mila i chilometri di costa italiana, i tre quarti sono nel Mezzogiorno d’Italia, 8 AdSP sono al Sud. L’export del Mezzogiorno, si muove per il 57% via mare, mentre nel nord questo si riduce al 30% per ovvie motivazioni geografiche” – “La portualità è, pertanto, più importante al Sud che al nord. I produttori del sud se non hanno porti efficienti e la possibilità di una logistica intermodale efficiente faticano ad esportare.”
Sono le considerazioni di Umberto Masucci sulla base dei dati della ricerca SRM illustrati in apertura da Alessandro Panaro: “Nel Sud soffriamo di carenza infrastrutturale, l’intermodalismo ferroviario nel Mezzogiorno è pari a zero” – Nell’intervento del presidente dell’AdSP Andrea Agostinelli spiegava che ci sono 140 milioni di euro che lasciano ben sperare.saranno utilizzati per realizzare quelle infrastrutture che mancano da sempre al porto di Gioia Tauro: il gate ferroviario, il raddoppio dell’Ultimo miglio con Rosarno e l’Alta Capacità ferroviaria per la Calabria Tirrenica.
MEGA: Manca una visione complessiva del Mezzogiorno
Mario Mega manifesta fortemente il timore di una mancanza complessiva di un progetto, attivato dal PNRR, che guardi al Meridione come insieme e, una visione di sviluppo a lungo termine. La denuncia quindi; “manca una politica industriale vera, che sottenda agli interventi infrastrutturali collegati al PNRR” – da qui il rischio che il Piano sia “una raccolta degli stessi progetti infrastrutturali che i porti hanno da anni” – “Bisognava mettere in campo un’idea dversa di Mezzogiorno, che punti al nord Africa “su cui gli altri stanno investendo” e per il quale “non dobbiamo essere territori e porti solo di transito, per vederci solo attraversare dalle merci indirizzate ai Paesi emergenti dell’Africa”. “Manca una logica nazionale non solo per l’opera in sé, ma perchè questa possa innescare dei processi”.
ANNUNZIATA: Essere più veloci
Quello di una portualità e di una logistica moderna è il tema lanciato con forza da Andrea Annunziata – Come farlo? “Servono nei prossimi 5 anni poteri straordinari ai presidenti dei porti, come a tutti gli amministratori” – “Solo a Genova si può fare un ponte in due anni? – Annunziata rilancia il grave rallentamento dei dragaggi nei porti – “I soldi che abbiamo da spendere sono tanti, ma fatichiamo presso le amministrazioni, in questo consumiamo le nostre energie anzichè fare marketing nel mondo, in centro e nord Africa, Medio Oriente, estremo Oriente, con la nostra economia e il nostro progetto di un Sud diverso, di cui parlava Mega, che aiuti anche il Nord.”
“Dobbiamo girare pagina” – “ho il timore che questa volta non ce la faremo, nel pubblico impiego non possiamo più lavorare come stiamo facendo, abbiamo problemi strutturali: strutture in sotto organico”- Annunziata conclude rilanciando il tema della natura delle Authority- “il problema è l’ente pubblico non economico” – visione sulla quale i punti di vista dei presidenti si frantumano – “E’ un tema da riproporre in altre sedi: in Assoporti, al ministro, alla politica nazionale”.