LIVORNO – Sequestrate nel porto di Livorno 70 tonnellate di prodotti ittici congelati importati dal Senegal e dall’India. “I pesi verificati e le specie ispezionate risultavano nettamente differenti rispetto a quelle indicate nella certificazione di cattura e nei documenti di tracciabilità presentati agli uffici doganali”. L’intera merce è stata sottoposta a sequestro amministrativo e all’importatore è stata comminata una sanzione pecuniaria.
Il sequestro avvenuto nello scalo toscano fa parte di due importanti operazioni per la lotta alla pesca illegale a tutela della risorsa ittica e della salute dei consumatori e nello specifico per la verifica della correttezza delle informazioni dei prodotti della pesca in vendita. Le operazioni sono state coordinate dalla Direzione Marittima di Livorno al Comando dell’ammiraglio Gaetano Angora, svolte la scorsa settimana tra la Toscana e le Marche e che hanno impiegato i militari della Guardia costiera di Livorno, Venezia, Ancona e San Benedetto del Tronto, insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) di Livorno in servizio presso il Reparto antifrode.
La regolamentazione europea in tema di lotta alla pesca illegale prevede che tutti i prodotti ittici provenienti da paesi extra-UE, prima di essere messi in vendita in Stati europei, siano sottoposti a una scrupolosa analisi della certificazione di cattura che attesti la legalità del pescato in conformità alle leggi internazionali, in mancanza della quale debbano essere banditi.
I controlli nel porto di Livorno
Nel corso di una verifica svolta nel porto di Livorno, l’attenzione degli investigatori si è concentrata su una grossa partita di prodotti ittici congelati provenienti dal Senegal, importati in containers refrigerati e trasportati via mare. All’interno degli stessi sono state individuate varie specie ittiche, tra le quali Polpo Indopacifico, Halibut, Pesce Pettine e Seppie, per un totale di circa 35 tonnellate.
I pesi verificati e le specie ispezionate risultavano nettamente differenti rispetto a quelle indicate nella certificazione di cattura e nei documenti di tracciabilità presentati agli uffici doganali. È stato pertanto necessario per le Autorità di controllo, procedere con lo svuotamento totale dei containers per ottenere un riscontro oggettivo e preciso della merce importata. Quest’ultima operazione è stata eseguita, in prima battuta, presso il porto di Livorno e terminata, a seguito del trasferimento della merce, presso la sede dell’importatore, dove sono intervenuti i militari della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto e i funzionari della locale sede operativa territoriale coordinata dall’Ufficio delle Dogane di Civitanova Marche.
La seconda operazione
La seconda operazione è scaturita invece da un’attività investigativa condotta inizialmente dalla Guardia Costiera di Venezia che ha puntato i riflettori sulla verifica della autenticità delle informazioni presenti su alcune confezioni di polpi provenienti dall’India rinvenuti sul mercato veneto e distribuiti da un importatore fiorentino.
Dalle analisi del DNA eseguito su alcuni campioni prelevati dagli ispettori è risultato che il genere e la specie dei cefalopodi indicati nella documentazione di tracciabilità erano differenti rispetto a quelli destinati al commercio. L’intera partita, corrispondente a circa 37 tonnellate è stata sottoposta, anche in questo caso, a sequestro amministrativo.
L’importatore, a cui è stata irrogata specifica sanzione, dovrà giustificare il motivo della predetta irregolarità pena la confisca della merce.