PIOMBINO – Nei giorni di emergenza da coronavirus il settore crocieristico, nell’ambito del settore dei trasporti marittimi, è stato quello ad aver mostrato maggiore sofferenza. Il caso di Costa Diadema è solo un esempio, la nave partita da Dubai il 15 marzo è rimasta senza poter effettuare uno scalo fino a ieri, 30 marzo, quando il porto di Piombino ha dato l’ok per il suo attracco. (LE FOTO DELL’ARRIVO A PIOMBINO DI COSTA DIDEMA) Pertanto la nave, dopo essere stata rifiutata dai porti di Cipro, Gioia Tauro, Civitavecchia e La Spezia, ieri alle 12,30 ha fatto scalo nel porto toscano con a bordo i 1255 membri dell’equipaggio unici rimasti, tra questi 155 italiani, una ventina i possibili contagiati da covid-19, di cui tre persone in condizioni serie. I medici della Sanità Marittima ieri all’attracco della nave hanno verificato per primi le condizioni, poi è seguito il trasporto in ospedale, per parte dell’equipaggio. Dalla nave in alcuni giorni scenderà anche il restante del personale marittimo, dopodiche rimarranno 200 persone a bordo per garantire il funzionamento della nave fino alla sua sanificazione.
Attracchi negati, interviene De Micheli
In queste ultime settimane i casi di attracchi negati, sono stati all’ordine del giorno per navi di qualsiasi compagnia e bandiera enella maggiorparte degli scali mondiali, dal nord al sud del mondo, porti chiusi per le navi da crociera e per i loro passeggeri. Da qui la scia di divisioni e polemiche. In Italia la ministro delle Infrastrutturi e Trasporti, Paola De Micheli, ha optato per la linea dura: «Il fatto che alcuni rappresentanti delle comunità locali abbiano espresso contrarietà agli approdi delle navi da crociera italiane non esclude, comunque, la facoltà della Guardia costiera e delle Autorità portuali di autorizzare gli sbarchi delle navi» ha fatto sapere il ministro che lo scorso 19 marzo ho firmato un decreto, n.125, dove sono espresse le modalità con le quali tali navi possono approdare nei porti italiani e soprattutto sbarcare passeggeri ed equipaggio in totale sicurezza, anche se a bordo dovessero essersi verificati casi di Covid-19.
« Ho deciso – spiega de Micheli – di interpellare le istituzioni territoriali ogni qual volta si renda necessario far approdare una nave» – al fine di- «rendere tutti consapevoli che le procedure di sbarco sono anche e soprattutto strumento di protezione per le comunità. Rispettare i diritti di chi viaggia e lavora su navi battenti bandiera italiana e proteggere le comunità nelle quali queste persone vengono sbarcate è l’obiettivo dell’attività svolta con il preziosissimo lavoro della Guardia costiera e delle Autorità portuali, in questi giorni» .
(Foto di Dario Stagi – Gruppo Ormeggiatori di Piombino)