GNL, futuro delle navi da crociera – Spezia sulla rotta del bunkeraggio -INTERVISTA

Costa Smeralda

Il futuro delle navi da crociera è il GNL Nasce l’esigenza per il Mediterraneo di ospitare infrastrutture per il rifornimento di queste navi, impianti che, ad oggi, non sono presenti. Lo stato dell’arte nel Mediterraneo – Valeria Mangiarotti, direttore board Ambiente di MedCruise, sentita da Corriere marittimo, offre un’ampia panoramica sul tema.

Lucia Nappi

LIVORNO –  Il direttore marittimo della Liguria, ammiraglio Nicola Carlone, ha annunciato  che il porto di Spezia sarà il primo scalo in Italia dove verrà effettuato il rifornimento di una nave a Gnl tramite bettolina. L’autorità marittima sta quindi predisponendo una prima bozza dell”ordinanza che renderá possibile l’operazione di bunkeraggio tramite bettolina a Spezia. La bozza, ha annunciato l’ammiraglio, verrà presentata ufficialmente durante il forum Naples Shipping Week (28 settembre -3 ottobre).

La prima nave che sperimenterà questa modalità di rifornimento sarà l’ammiraglia del Gruppo Costa crociere, la nuovissima Costa Smeralda inaugurata a fine 2019, e arrivata in queste ore nel home port di Savona da dove, il 10 ottobre prossimo, riprenderà il largo per la prima crociera post lockdown della compagnia di bandiera italiana. Costa Smeralda che nei primi mesi di navigazione ha utilizzato come scali di rifornimento prima a Barcellona e successivamente a Marsiglia Fos, in un futuro prossimo secondo quanto annunciato, potrà essere rifornita anche a Spezia.

GNL necessario alla transizione energetica
La presenza nel settore crocieristico di navi alimentate a GNL sarà un fenomeno in crescita nei prossimi anni. Anche perchè gli obiettivi delle politiche europee impongono, entro il 2050, la drastica riduzione delle emissioni di gas serra. Pertanto le compagnie armatoriali nel settore crociere hanno  assunto l’impegno di ridurre al minimo l’impatto ambientale delle navi, in navigazione e in porto, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie, ma soprattutto con piani di espansione delle flotte che prevedono la costruzione di navi alimentale a GNL.

Da qui l’esigenza per il Mediterraneo di ospitare infrastrutture per il rifornimento di queste navi, impianti che, ad oggi, non sono presenti. Nel Mediterraneo centro-orientale non c’è infatti alcuna presenza di infrastrutture per il rifornimento diretto di GNL, esigenza di non trascurabile dal momento che nel Mediterraneo si muove il 30% del trasporto marittimo mondiale, oltre ad essere il secondo bacino al mondo, preceduto solo dai Caraibi, per il settore delle crociere.

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Il primo studio sulla distribuzione degli impianti di GNL nei porti di Mediterraneo, Mar Nero Mar Rosso e parte dell’Oceano Atlantico, è stato realizzato da MedCruise nel 2019. Lo ha spiegato a Corriere marittimo, Valeria Mangiarotti, dal 2004 direttore del board Ambiente (Sustainability and Environmental Issues) di MedCruise, già vice presidente di MedCruise, inoltre sempre per il settore ambiente, rappresentante di Assoporti in Espo (European Sea Port Organisation)

Lo studio sul GNL nei porti?
“Siamo partiti dalla distribuzione di un questionario a tutti i porti soci e associati, per capire come è lo stato dell’arte delle infrastrutture GNL. L’importanza della mappa permette di vedere quali porti sono pronti,  non progetti in corso d’opera. In modo che le navi da crociera sappiano dove potere andare a fare rifornimento”.

Mappa GNL

Dove si trova la mappatura di questi porti?
“Nel sito di MedCruise, lo studio è iniziato nel 2018 e terminato a fine 2019 la mappa è aggiornata continuamente. Credo che questo studio sia una pietra miliare perché nessuno ha fatto, a livello europeo, una mappa dei porti sul GNL, siamo stati i primi.

Quali risultati dallo studio?
La mappa ci ha lasciato un po’ perplessi perché è emerso che l’unico Stato veramente pronto per il GNL è la Spagna con Barcellona. Abbiamo suddiviso in small e big scale a secondo la misura del rifornimento di GNL – Sono comunque in parte pronti anche la Francia con Marsiglia e Alessandria d’Egitto.”

L’Italia a che punto è?
“E’ working progress, non abbiamo un porto che possa fare rifornimento per le navi da crociera. Molti porti sono in corso di lavorazione. In dirittura d’arrivo in Italia, i porti di Civitavecchia e Venezia. In realtà c’è la normativa europea la n. 94 del 2014 che riguarda il GNL ma anche il cold ironing”.

Rispetto al cold ironing quale è la posizione di MedCruise?
“In MedCruis pensiamo che non sia possibile il cold ironing per le navi da crociera. Ci sono degli studi in Italia sul cold ironing che MedCruise non segue, a tutt’oggi non siamo per il sistema delle banchine elettrificate per le navi da crociera”.

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Altre soluzioni rispetto a GNL?
“Esistono altri spiragli per l’idrogeno ed il cold ironing. Secondo MedCruise però, è utile fare una politica integrata in modo che gli armatori sappiano che i porti seguono un unico sistema. Solo così abbiamo una forza contrattuale”.

In che senso?
“Per esempio nel caso in cui i porti del Mar Nero, Odessa, oppure Costanza dicono di non essere interessati perché non sono nell’Europa. Questo è sbagliato perché una compagnia sapendo che un porto non ha rifornimento di GNL può cancellare lo scalo. Pertanto tutti i porti devono cercare di rientrare in qusta politica integrata. Così come i porti del Middle East come la Turchia, la Siria adesso per problemi politici non fa più parte dell’Associazione”

Lo studio inoltre cosa ha evidenziato?
“Quando è iniziato il GNL,  l’utilizzo di fondi europei e la comunicazione con il territorio. In Italia i porti che non hanno avuto comunicazione con il sindaco e con la Regione, dopo hanno riscontrato problemi, del GNL spaventa la safety portuale, è necessaria pertanto una buona comunicazione con le istituzioni, altrimenti può verificarsi che l’opinione pubblica sia contro”.

Quale sarà il futuro dei porti oltre al GNL?
“L’idrogeno e le energie rinnovabili, molti porti ormai hanno auto elettriche, illuminazione led.

Dal punto di vista normativo?
“Non tutti gli Stati recepiscono le direttive europee contemporaneamente, l’Italia rispetto ad alcuni paesi è più indietro. Nel nostro Paese abbiamo una normativa nazionale del 2016 che recepisce la n. 94 del 2014, avevamo due anni di tempo per farlo e lo abbiamo fatto, anche se con due mesi di ritardo. E’ importante recepire le normative europee in tempo utile, perché dal punto di vista concorrenziale ci sono altri stati che hanno progetti più avanti perché hanno recepito prima direttiva”.

 

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