Il Gruppo Moby-CIN precisa: «I debiti finanziari ammontano a 640 milioni»

Nave Tirrenia

«In riferimento ad articoli falsi e fuorvianti apparsi in questi giorni sulla stampa, il gruppo Moby-CIN precisa che i debiti finanziari ammontano a 640 milioni di euro e non a oltre 900 come è stato scritto, in un settore caratterizzato da alta intensità di capitale e con il gruppo che – in controtendenza rispetto al settore – è riuscito nonostante la pandemia con un piano di riduzione costi e di acquisizione di fette di mercato a produrre cash flow positivo senza ricorso a finanza straordinaria».

Queste le precisazioni che si leggono in una nota del Gruppo Moby-CIN che intende sottolineare con forza, non solo il corretto l’ammontare dei debiti della società, ma anche le altre questioni nella trattativa e nell’accordo di CIN con Tirrenia in Amministrazione Controllata.

Si legge nella nota: «A proposito dello stallo nella trattativa con i commissari di Tirrenia in Amministrazione Straordinaria è stato scritto che a bloccarlo sarebbe stato il nodo delle garanzie: a tal proposito precisiamo altresì che anche grazie all’intervento del fondo italiano “Europa Investimenti” pagheremo 77 milioni di euro in favore di banche e bondholders, ovvero l’intero debito di CIN nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche attualmente esistenti in loro favore sulle navi, con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in AS.
Ricordiamo che oggi Tirrenia in AS è un creditore chirografario, ovvero privo di qualsiasi garanzia reale sulle navi.
Non comprendiamo quindi perché si parli di un problema di garanzie, considerando anche che il valore delle navi offerte in garanzia a Tirrenia in Amministrazione Straordinaria, e dalla stessa già accettate, risulta ampiamente capiente rispetto al credito di quest’ultima».

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Conclude il Gruppo: «Ricordiamo inoltre che l’accordo raggiunto da CIN con Tirrenia in AS prevedeva non solo il pagamento dell’80% del credito vantato da quest’ultima con rilascio di garanzie esclusive su navi di primo grado e quindi come attestato il miglior soddisfacimento per i creditori e che l’accordo stesso si é interrotto a causa di ulteriori sei condizioni poste dal Ministero solo nella notte antecedente alla scadenza dell’udienza del 6 maggio delle quali quattro sono state subito accettate, mentre altre due sono state ritenute da soggetti terzi, quale l’attestatore, illegittime e con profili di illegittimità ed illegalità.

C’è chi ha scritto inoltre della necessità di trovare un nuovo investitore. Evidentemente chi propala queste notizie sembra ignorare che un nuovo investitore c’è ed è il fondo italiano “Europa investimenti” pronto ad iniettare una liquidità di oltre 60 milioni di euro».

 

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