GINEVRA – Domenica prossima, 24 gennaio, MSC Crociere ha confermato che riprenderà a navigare, dopo la sospensione temporanea delle festività natalizie. In seguito all’ultimo Dpcm con le misure di contenimento del contagio sul territorio italiano, l’ammiraglia della compagnia, Msc Grandiosa, ripartirà con le crociere settimanali per il consueto itinerario nel Mediterraneo occidentale, in partenza ogni domenica da Genova con una tappa anche a La Valletta (Malta). L’ultimo decreto ministeriale ha autorizzato la ripresa delle operazioni di crociera sotto la tutela del protocollo di salute e sicurezza che era stato sviluppato e autorizzato dalle autorità italiane la scorsa estate. Lo si apprende in una nota della compagnia.
«Da agosto, MSC Crociere ha già accolto in sicurezza oltre 30.000 ospiti a bordo delle sue due navi »- ha spiegato il Gruppo con sede a Ginevra – «Durante le festività natalizie e di fine anno fino all’emanazione dell’ultimo decreto ministeriale, le crociere erano state temporaneamente sospese a causa delle misure restrittive relative alla mobilità sull’intero territorio nazionale.
MSC Grandiosa applicherà rigorosamente il protocollo di salute e sicurezza di MSC Crociere che prevede lo screening universale di tutti i passeggeri e membri dell’equipaggio prima dell’imbarco tramite tampone Covid-19 antigene, igienizzazione di tutti i bagagli a mano e da stiva, misure igienico-sanitarie e di pulizia rafforzate in tutta la nave, il distanziamento sociale a bordo, l’uso di mascherine nelle aree pubbliche fornite quotidianamente dalla compagnia. Inoltre, a tutti gli ospiti viene consegnato un braccialetto MSC for Me in omaggio, che consente di effettuare tutte le operazioni in modalità contactless, come l’apertura della porta della cabina o i pagamenti, e contribuisce anche di tracciare, se necessario, i contatti di prossimità. I rigorosi e precisi standard del protocollo per la salute e la sicurezza vengono applicati in modo analogo anche per tutte le escursioni a terra, dove gli ospiti permangono all’interno della cosiddetta “social bubble”, proteggendo sia loro stessi che le comunità locali che li ospitano durante le visite a terra».