Msc Opera, conclusa l’inchiesta sull’incidente le cui immagini nel mondo, ferirono Venezia e il crocierismo

MSC Opera scontro a Venezia Giudecca urata battello commento Confturismo Veneto. Nave da crociera urta battello a Venezia Giudecca

Si é conclusa l’inchiesta sull’incidente della  nave da crociera Msc Opera, con cinque patteggiamenti, da parte del comandante (Carmine Siviero) e dei quattro membri dell’equipaggio che hanno patteggiato pene comprese tra cinque mesi e due mesi e dieci giorni. La nave il 2 giugno 2019 fu protagonista dell’incidente  che la vide andare a urtare il molo del canale della Giudecca, a Venezia, non senza aver prima speronato il piccolo battello fluviale River Countess, che in quel momento si trovava all’ormeggio all’imbarcadero San Basilio.  

L’impatto provocò alcuni feriti,  fortunatamente lievi, ma causó grande sconcerto  nel mondo dei porti, provocando inoltre un danno di immagine per l’industria delle crociere e per la cittá di Venezia, Un incidente le cui immagini rimbalzarono su web e media di tutto il mondo.   

LA RICOSTRUZIONE DEI PERITI

Secondo le ricostruzioni dei consulenti, quel giorno alle 7.26, Msc Opera, di ritorno da un itinerario nel Mediterraneo, fuori dalla bocca di porto del Lido vede sui monitor della plancia di comando l’allarme, ignorato dal capo elettricista, dal 1° ufficiale di macchina e dal direttore di macchina, di un’avaria ad un modulo del quadro elettrico che alimenta la timoneria dalla plancia e il controllo dei giri dell’elica. Una “sottovalutazione dell’allarme” dilungatasi per un’ora, in cui l’alimentazione della timoneria della plancia è stata garantita non dalla rete principale ma dalle batterie del gruppo di continuità autonomo. La velocità oltre i limiti consentiti in quel tratto lagunare (8 nodi tra il Lido e Forte Sant’Andrea e 6 nodi fra il Forte Sant’Andrea e San Basilio), alcune manovre inesatte e “la tardiva ed errata” attivazione delle procedure d’emergenza hanno compromesso la rotta della nave, divenuta a quel punto “ingovernabile con timone inutilizzabile e sistemi di propulsione ordinari fuori uso” come riporta il quotidiano Il Gazzettino. Assolti i piloti, inizialmente sotto accusa, dei rimorchiatori Angelina C. e Ivonne C. (che trainavano la nave al momento dell’impatto) e gli ufficiali del porto. “Un guasto tecnico risalente alla costruzione di Msc Opera (a St. Nazaire, Francia, da Chantiers de l’Atlantique e varata nel 2004, ndr)” è l’ipotesi contenuta nel memoriale depositato dalla compagnia crocieristica Msc Crociere, a capitale privato con sede a Ginevra e sedi operative in Italia a Napoli, Genova e Venezia, fondata nel 1989 dall’armatore campano Gianluigi Aponte, 2,5 miliardi di euro di fatturato nel 2019, e costituita da 17 navi con 47.000 dipendenti in tutto il mondo, con un Piano Industriale – slittato solo di qualche mese causa Covid-19 – di 11,6 miliardi di euro che vedrà la flotta espandersi a 25 grandi navi nel 2027. Msc Crociere riconosce che “l’avaria c’era ma che l’allarme non è apparso sui monitor dando così al personale un tempo limitatissimo di intervenire”.

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DANNO D’IMMAGINE E DANNO ECONOMICO

Pur senza feriti, l’impatto mediatico della nave che travolge il piccolo molo in una domenica come tante altre, si sparge come un incendio rimbalzando nei media di tutto il mondo. La città più fotografata ma al contempo più fragile travolta da incuria e business a tutti i costi. Gli stessi veneziani divisi dal desiderio della salvaguardia di un ecosistema millenario unico al mondo ma anche dalla consapevolezza che il ‘porto è vita’ e che ‘senza crociere il porto muore’ come sottolineato lo scorso 28 agosto  dai lavoratori portuali che sono scesi in acqua, davanti a Punta della Dogana, per chiedere “soluzioni subito per Venezia, alle prese con una crisi post-Covid disastrosa, per continuare ad essere home port delle compagnie crocieristiche”. Una convivenza complicata, su cui si tergiversa da troppo tempo. Nella città lagunare, secondo scalo crocierstico italiano dopo Civitavecchia, l’economia del mare genera il 20% del Pil cittadino, con un impatto economico annuo di 400 milioni e 5.000 lavoratori diretti occupati in 1260 imprese. Nel 2018, secondo i dati del Venezia Terminal Passeggeri, sono entrate in laguna 502 navi da crociera, circa una e mezza al giorno. Ogni anno la spesa diretta di passeggeri, equipaggi e navi raggiunge i 155 milioni di euro, con una spesa media giornaliera di 426.000 euro. L’impatto economico del Sistema Portuale Veneto (porti di Venezia e Chioggia) vale complessivamente 21 miliardi con oltre 92 mila occupati. 

Laura Colognesi

 

 

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