La sfida per l’innovazione della pubblica amministrazione e per la digitalizzazione di servizi per i cittadini parte da una fotografia che Regione Toscana, Anci Toscana ed Upi (ovvero le associazioni dei Comuni e delle Province), hanno scattato territorio per territorio, registrando i risultati raggiunti ma anche ciò che manca, i bisogni e le richieste. Un’indagine per definire la nuova agenda digitale regionale e vincere la sfida di un’innovazione che non lasci indietro nessuno, attenti anche alle nuove minacce sul fronte della cybersecurity.
“Con il Pnrr – sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani – sono state stanziate risorse importanti per omogeneizzare la digitalizzazione del Paese. Il dialogo con i territori è comunque articolato, vanno conosciuti i singoli contesti e peculiarità per utilizzare al meglio e in modo mirato i fondi a disposizione. Questa ricerca sarà dunque di grande aiuto”.
L’Italia, per molti numeri ed indici, si colloca tra i titoli di coda d’Europa. “Dobbiamo fare ogni sforzo per uscirne. Ma il nostro obiettivo e la nostra prima preoccupazione è garantire pari diritti ed opportunità di innovazione digitale anche agli enti più piccoli e lontani dai grandi centri urbani – aggiunge l’assessore ai sistemi informativi della Regione, Stefano Ciuoffo – Non partiamo da ora: molto lavoro è già stato fatto, ma dobbiamo proseguire su questa strada di supporto capillare ed intermediazione, valorizzando le singole esperienze nelle frontiere dell’innovazione. E naturalmente dobbiamo aiutare i cittadini meno ‘digitali’, sostegno che stiamo fornendo con l’iniziativa “Connessi in buona compagnia”.
La ricerca che prova a scattare un’istantanea della Toscana digitale è partita nel 2021: un lavoro composto da tredici sezioni, dalla strategia dell’ente alle piattaforme messe a disposizione dalla Regione e al cui utilizzo va formato il personale, dalle migrazioni sul cloud alla diffusione di sportelli di attivazione Spid, l’identità digitale indispensabile ai cittadini per accedere (in sicurezza) ai servizi on line, dalla possibilità di pagare attraverso le app IO e Pago PA alla connettività delle varie sedi, dalla presenza di servizi di wifi pubblici per navigare veloci su internet al grado di cultura digitale dei cittadini.
La mappa sulla stato dell’arte nei Comuni è praticamente quasi già conclusa – mancano solo informazioni dagli ultimissimi enti di dimensione più piccola, appena otto e in arrivo – e pronta è anche la ricerca per quanto riguarda le Province, avviata a febbraio e già completata. “L’idea è quella di proporre questo lavoro, oltre al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del consiglio con cui si è già condivisa l’impostazione e con cui si collaborerà nell’attuazione del Pnrr in Toscana, ai tavoli della Commissione Agenda digitale della Conferenza Stato-Regioni, perché potrebbe essere un modello esportabile anche altrove” chiosa l’assessore Ciuoffo. La ricerca è stata inoltre l’occasione per aggiornare i rapporti con i Comuni sul tema del digitale, il che è estremamente importante per mantenere attiva la comunità della pubblica amministrazione toscana sul tema dell’innovazione e affrontare con approccio di sistema gli impegni futuri.
Qualche numero
Dalla ricerca emerge che il 17 per cento dei Comuni toscani ha già un documento per la transizione digitale approvato e il 31 per cento lo sta redigendo: quanto alle province, otto su dieci lo hanno già deliberato. Un Comune su due chiede approfondimenti o nuove funzionalità sui servizi regionali che già esistono: da Start, la piattaforma per le gare telematiche con più di cinquecento enti aderenti ed oltre 30 mila procedure gestite nell’anno, a Star, lo sportello unico regionale per le attività produttive che aggrega tutti gli enti toscani e gestisce più di 90 mila istanze digitali l’anno; da Iris, servizio per i pagamenti elettronici verso PagoPA con transazioni per 35 milioni di euro l’anno, 320 mila pagamenti e oltre 160 enti toscani aderenti, alla piattaforma Arpa per la gestione delle idendità Spid (un milione di accessi al mese) fino Smart Regione, la piattaforma bigdata regionale. Tra le Province, otto sono interessate ad integrare i propri servizi sull’App Io, sei ad accrescere l’integrazione con Spid. Sempre sei province vorrebbero approfondire l’accesso alle banche dati di interesse nazionale.
Ma suscitano interesse, in un Comune su tre (36%), anche le piattaforme digitali regionali che riguardano lavori pubblici, adempimenti sugli appalti ed edilizia privata, ed ancor di più sull’attivazione di una piattaforma regionale di gestione dei concorsi a livello regionale che la Regione ha già in programmazione. Tutti i Comuni chiedono alla Regione supporto anche sul fronte della sicurezza informatica: ugualmente le Province. Tre Comuni su quattro chiedono formazione su più temi.
Oltre quaranta Comuni hanno affrontato il tema dell’alfabetizzazione informatica dei cittadini con sportelli dedicati e più di cinquanta con iniziative dedicate alla terza età, ma anche rivolgendosi in più occasioni a giovani, studenti, stranieri, professionisti ed imprese. Oltre 140 Comuni hanno dichiarato di avere iniziative di wifi pubblico.
Quanto al cloud, ovvero lo spostamento di app, applicazioni e banche dati nella ‘nuvola’, un comune su quattro (26%) dichiara di avere una migrazione già in corso – il 5 per cento l’ha già anche già completata – e il 60 per cento richiede un supporto di formazione. Interessate anche le Province. La Regione offre a tutti i territori il Sistema Cloud Toscano, una serie di datacenter collegati e ad altissima velocità che ospita più di quattromila sistemi informativi virtuali e fisici, oltre 2 Petabyte di dati (ovvero due milioni di Giga, per utilizzare misure più familiari ai non addetti ai lavori) e più di trecento enti che li utilizzano.
“Numeri utili e che fanno riflettere – commentano il presidente Giani e l’assessore Ciuoffo – , luci e ombre che raccontano iniziative già in corso, la strada ancora da gare ed interessi sui fronti connessi ai prossimi avvisi Pnrr”. Presto in arrivo. “Con Anci – aggiunge Filippo Vagnoli – stiamo lavorando su tanti progetti, spesso in collaborazione con la Regione. Ma ora con il Pnrr abbiamo un’occasione irripetibile per fare un salto di qualità decisivo”. “Ci auguriamo – conclude – che si vorrà tenere conto di quanto emerge dalla ricerca: il tempo è poco e le criticità sono tante”. “Grazie ai fondi messi a disposizione con il Pnnr le pubbliche amministrazione potranno lavorare meglio – ricorda Puggelli per Upi -, ma anche i cittadini avranno vantaggi: perché potremo loro semplificare la vita e rendere meno burocratico l’approccio alla pubblica amministrazione”.