Parla Federico Vasoli, avvocato esperto in ambito di blockchain – “Malta Blockchain Island è il nome dato dal governo maltese al progetto, completato, di introduzione di tre leggi di rango primario” –che regolamentano-“data base distribuiti, asset finanziari virtuali, smart contract.” – inoltre “la nuova Autorità – Malta digital innovation Authority “.
di Lucia Nappi
MILANO – Nel novembre scorso Malta vara l’impianto normativo di regolamentazione in ambito di blockchain, entrano in vigore le tre leggi primarie su: blockchain, criptovalute e la tecnologia DLT (Distributed Ledger Technology). Pertanto Malta si attesta come capofila e, per il momento unico paese al mondo, ad avere una certezza giuridica su una materia recente e, ancora in forte evoluzione come la blockchain.
Entriamo nel merito con l’avvocato Federico Vasoli (VIDEO INTERVISTA) – esperto in ambito normativo su blockchain – con studio legale a Malta, che ci introduce ad alcune delle caratteristiche che costituiscono questo quadro normativo. Incontriamo Vasoli a margine del Forum milanese Shipping meet Industry, relatore della sessione dedicata a Blockchain, trasporti e logistica.
“Malta Blockchain Island è il nome dato dal governo maltese ad un progetto, completato, di introduzione di tre leggi di rango primario,” – spiega Vasoli – “Malta è l’unico paese al mondo ad averle introdotte, queste norme regolamentano: data base distribuiti, asset finanziari virtuali, smart contract. E’ stata inoltre introdotta la nuova Autorità – Malta digital innovation Authority – presso la quale si registrano i progetti blockchain, i data base distribuiti, vengono classificati i tipi di asset virtuali, quindi denaro elettronico, strumenti finanziari, Utility Tokens e Asset Finanziari Virtuali (Virtual Financial Assets). Vengono introdotte una serie di norme che regolamentino e tutelino gli investitori e i consumatori per progetti di questa natura”.
Malta è paese capofila su questa questione normativa?
“Malta è l’unico paese al mondo ad avere tre leggi di rango primario sulla materia blockchain. Altri paesi come la Svizzera e Singapore hanno delle regolamentazioni ma sono scarne e settoriali, dedicate soltanto ad alcuni aspetti e quindi possono essere sovvertite da chiunque prenda una decisione diversa. Malta oggi rappresenta il benchmark, la pietra di paragone, di tutti i legislatori del mondo, anche probabilmente l’Unione Europea se volesse introdurre delle regole su questa materia”.
Cos’è la blockchain
Con il termine blockchain è individuata la nuova generazione di Internet, e si ritiene che possa rappresentare una specie di Internet delle transazioni o del Valore per la gestione di transazioni su reti peer-to-peer. Una piattaforma che siede parallela all’Internet of People che tutti utilizzano ogni giorno.
E’ un registro digitale con voci che sono raggruppate in “pagine” dette blocchi, concatenate in ordine cronologico e, la cui integrità è garantita dall’uso di primitive crittografiche. Il suo contenuto una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l’intera struttura. Questo è gestito da una rete di nodi, ognuno dei quali ne possiede una copia privata. Non è richiesto che i nodi coinvolti conoscano l’identità reciproca o si fidino l’un l’altro. Difatti, per garantire la coerenza tra le varie copie, l’aggiunta di nuovo blocco è globalmente regolata da un protocollo condiviso. Una volta autorizzata l’aggiunta del nuovo blocco, ogni nodo aggiorna la propria copia privata: la natura stessa della struttura dati garantisce l’assenza di una sua manipolazione futura.
La blockchain è considerata paragonabile a database distribuito: banche dati e registri gestiti in maniera centralizzata da autorità riconosciute e regolamentate (pubbliche amministrazioni, banche, assicurazioni, intermediari di pagamento, ecc.), e ne rappresenta pertanto un’alternativa in termini di sicurezza, affidabilità e costi.