Il più grande disastro ambientale del mare mai avvenuto fino ad oggi. Da sabato le coste di Israele sono state invase da una terribile onda nera di catrame e petrolio che dal mare è arrivata fino al litorale per una estensione di 170 chilometri di spiaggia e di scogliere. Un’ampia fascia nera circonda la costa del paese da Haifa a sud fino ad Ashkelon, il catrame sta uccidendo molte creature marine e sta provocando un danno gravissimo all’ambiente, la striscia nera è visibile anche dalle immagini satellitari.
Il governo ha decretato il divieto per la popolazione di avvicinarsi alle spiagge rivolte sulla costa mediterranea, diventate off-limits per il forte odore ed i fumi tossici che hanno già portato all’ospedale decine di volontari impegnati, nelle prime ore, a ripulire i litorali.
La scorsa settimana, dopo diversi giorni di mareggiate, enormi macchie nere si sono formate lungo la costa, poi giovedì forse la prima avvisaglia quando un cucciolo di balena si è spiaggiato ad alcuni chilometri a sud di Tel Aviv, dopo altre specie marine, dai pesci e tartarughe, hanno cominciato a depositarsi sulle coste portate dalla corrente del mare. Infine da sabato una quantità enorme di catrame si è depositato lungo le spiagge e tonnellate di petrolio galleggiano vicino alla costa.
Secondo gli esperti ci vorranno anni per riparare i danni causati da questo gravissimo fuoriuscita di greggio, “una catastrofe di queste proporzioni non si verificava da almeno 20 anni”, ha detto il direttore dell’Autorità per la Natura e i Parchi di Israele – “In termini di impatto in futuro, ci vorrà molto tempo per recuperare. La maggior parte del danno ecologico è dovuto alle enormi quantità di catrame che si depositano sulle scogliere e sugli scogli che affiorano dall’acqua durante la bassa marea”.
L’origine dello sversamento per ora è sconosciuta, l’inquinamento potrebbe provenire da una petroliera in navigazione spinta sulla costa dalla tempesta. Il premier Netanyahul ha aperto un’indagine ed ha richiesto informazioni a Egitto e all’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) per ricostruire i movimenti delle petroliere che, la settimana scorsa, navigavano al largo della costa israeliana. Il governo è fiducioso che individuerà ben presto la responsabilità e l’origine dello sversamento anche grazie alle immagini satellitari.