HAIFA – La marea di catrame e greggio che da sabato si è riversata sul litorale di Israele per circa 170 chilometri di coste, purtroppo provocando danni ambientali ingenti anche a due aree marine protette, in queste ore si sta propagando verso nord ed è arrivata fino alle coste della Libano meridionale.
Uno sversamento di greggio dalle proporzioni enormi, si presuppone possano essere 1000 tonnellate di bunker marittimo, di cui è ancora sconosciuta la provenienza. Tuttavia, ieri il tribunale di Haifa ha emesso un provvedimento di “silenzio stampa” sulle indagini – per la durata di sette giorni – in seguito alla fuga di notizie da parte di alcuni organi di stampa israeliani che avrebbero riferito il nome della nave “sospettata” di aver scaricato il petrolio.
Il ministro dell’Ambiente di Israele, Gila Gamliel, ha affermato che sono in corso le indagini e che si ritiene che lo sversamento di carburante potrebbe essere stato effettuato anche per motivi dolosi: “sversando il greggio dalla nave in mare oppure in seguito ad un malfunzionamento che non è stato segnalato” – ha detto Gamliel – “Trovare i responsabili del disastro è un processo complicato, ma faremo tutto quanto in nostro potere per trovare i responsabili”.
Le autorità israeliane stanno lavorando con i funzionari europei per analizzare le immagini satellitari delle navi che hanno attraversato l’area. L’Unione europea controlla la posizione delle macchie di petrolio nel Mediterraneo utilizzando le informazioni di una rete di satelliti meteorologici, gli scienziati stanno studiando le correnti marine e i dati meteorologici per risalire alla fonte di inquinamento.
Il ministro Gamliel durante il fine settimana ha dichiarato che l’esame era circoscritto a nove navi che si trovavano nel tratto di mare in quel momento. Tuttavia, trovare il responsabile delllo sversamento non sarà facile. Domenica, il governo ha decretato il divieto per la popolazione di avvicinarsi alle spiagge rivolte sulla costa mediterranea, diventate off-limits per il forte odore ed i fumi tossici che hanno già portato all’ospedale decine di volontari impegnati, nelle prime ore, a ripulire i litorali.
Il primo ministro libanese, Hassan Diab, ha dichiarato che il governo “sta lavorando per cercare di fare fronte ai danni del petrolio”.