LIVORNO – La situazione in porto per quanto riguarda la riduzione dello smog delle navi ferme a banchina può essere considerata un flop. L’apparecchiatura realizzata dall’Autorità portuale per ridurre l’inquinamento prodotto dai motori delle navi in porto (che devono sempre restare accesi per motivi tecnici legati alle attività di bordo) non è stata praticamente mai utilizzata. Lo ha detto il segretario generale dell’Autorità portuale Massimo Provinciali invitato a tenere una relazione in proposito dalla sesta commissione comunale. In sostanza l’apparecchiatura non è stata mai utilizzata, ha dichiarato Provinciali, “non per colpa dell’Autorità portuale che ha portato il progetto a compimento nei tempi giusti e con costi persino al di sotto del previsto“.
Allora qual è il problema? Semplice, le navi che arrivano in porto, in modo particolare i traghetti, non sono equipaggiati per usufruire della rete elettrica. Le direttive europee impongono un abbattimento delle emissioni e quindi dello smog in due tappe, il 2020 e il 2024, ma l’idea sarebbe di anticipare queste scadenze con un protocollo di intesa con la parte armatoriale. Un accordo che potrebbe, in ultima ipotesi, anche diventare un ultimatum da inviare agli armatori.
Dopo avere ascoltato la relazione di Provinciali la sesta commissione consiliare ha concentrato il problema in un atto di indirizzo che nelle prossime settimane sarà presentato in consiglio comunale. Il testo, ha detto Giovanna Cepparello del gruppo Futuro, chiederà al sindaco e alla giunta di farsi promotori di un protocollo “che garantisca la riduzione delle emissioni delle navi che transitano e sostano nel porto di Livorno.” La proposta della Cepparello si ispira a quanto è stato fatto a Venezia addirittura nel 2007 con la sottoscrizione del Venice Blue Flag. In sostanza un accordo volontario tra Autorità portuale, Comune e Capitaneria di porto, con la collaborazione dell’agenzia di protezione ambientale, che impone alle navi in transito e in sosta all’interno dello scalo di utilizzare carburante con tenore di zolfo inferiore allo 0,1%. Per quanto riguarda Livorno è emersa la volontà di concordare con gli armatori un analogo protocollo denominato Livorno Blue Flag per istituire una rete di porti italiani disponibile ad adeguarsi agli standard previsti dall’utilizzo ( in porto ) del gas naturale.