Lottano contro il tempo i volontari sulle spiaggie di Farewell Spit, in Nuova Zelanda, per cercare di salvare gli oltre 100 cetacei che si sono arenati sulla costa dell’isola. Secondo quanto riportato dai media locali, oltre 300 esemplari sarebbero già morti, in totale quindi 416 i cetacei spiaggiati. La causa è sconosciuta. Si tratta del peggior spiaggiamento di massa dal 1918, quando furono circa 1000 le balene pilota ad arenarsi alla Chatham Islands. Project Jonah, http://www.projectjonah.org.nz/ l’organizzazione newzelandese che si occupa della salvaguardia delle balene, sta coordinando il salvataggio, secondo le cui dichiarazioni non si tratterebbe di una sola ragione per cui i cetacei si sono arenati sull’isola, infatti potrebbe essere una concausa di fattori come una malattia,oppure le condizioni meteorologiche estreme, ma non si esclude neppure l’azione dell’uomo e delle attività di airgun. L’airgun è una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo, sono spari fortissimi di aria compressa, con continuità ogni 5/10 minuti, che emanano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Questi spari tuttavia possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito quindi sono dannosi. Molte specie di pesci dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Altri casi di spiaggiamenti di pesci sono stati attribuiti a queste tecniche.
I volontari, residenti e uomini del dipartimento ambientale, hanno formato delle catene umane per passarsi i secchi pieni d’acqua e gettarli sugli animali nella speranza di riuscire, con l’alta marea, a far loro riprendere il mare. Un primo tentativo nel corso della giornata di ieri ha avuto un successo solo parziale, con circa 50 balene che sono riuscite a tornare a largo. Una novantina quelle tornate a riva.