di Lucia Nappi
CIVITAVECCHIA – Il 1 marzo Raffaele Cantone il super magistrato Anticorruzione, presidente dell’Anac, bocciava la nomina di Enrico Luciani, presidente della Compagnia portuale di Civitavecchia, quale membro designato dalla Regione Lazio all’interno del Comitato di gestione dell’AdSp, un parere non vincolante ma di certo autorevole. Il motivo? Conflitto di interessi diceva Cantone respingendo indietro la pratica Luciani.
Il Comitato di gestione è l’organo individuato dal decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali”, con il ruolo di decisore pubblico istituzionale. E’ lo strumento attraverso il quale l’Authority opera, intervenendo nelle principali funzioni amministrative: per l’approvazione del piano operativo triennale, per l’adozione del piano regolatore di sistema portuale; per l’approvazione del bilancio preventivo e delle relative variazioni, nonché del conto consuntivo. Quindi secondo la riforma della governance, nei porti italiani niente può essere fatto senza l’approvazione del Comitato di gestione. Chi fa parte di questo comitato? Poche persone, da 3 a 5 in tutto, con a capo il presidente dell’AdSp, questo organo, secondo il decreto di riforma, deve essere di comprovata esperienza nell’economia dei trasporti e portuale, scelto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti d’intesa con la Regione o le Regioni interessate dall’Autorità di sistema.
IL CONFLITTO DI INTERESSI: Inevitabile il confronto tra il testo del decreto e il parere espresso dall’Anac tanto che viene da chiedersi il perchè della sonora bocciatura, la stessa domanda non tarda ad arrivare anche dall’interessato che ieri nel corso di una conferenza stampa, appositamente indetta a Civitavecchia, nella sede della Compagnia portuale, ha dichiarato: “Il conflitto di interessi è un parere che non tiene conto della legge di riforma portuale che parla chiaro: i soggetti che devono far parte del Comitato di gestione devono avere una comprovata esperienza nel settore marittimo e portuale. Ringrazio di essere stato delegato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a rappresentare la Regione all’interno del Comitato di gestione, come una persona di comprovata esperienza, 40 anni dentro il porto forse lo dimostrano”
FA MALE: “Una bocciatura completa che fa male”, tiene a precisare Luciani “anche perché nel nostro caso non è possibile e non è accettabile neppure l’utilizzo dello strumento dell’astensione”.
NON FARO’ RICORSO, INTERVENGA IL MIT: Che non farà ricorso il presidente di CpC lo mette bene in chiaro più volte durante il suo intervento perché il rischio sarebbe di allungare l’iter di costituzione del Comitato e quindi fare i danni del porto. Pertanto chiede l’intervento del ministero competente al quale si rivolge: “Il Mit dovrebbe essere l‘unico organo vigilante, e deve preoccuparsi di questa bocciatura dell‘Anac. Mi auguro che il ministero che ha scritto la legge dica che è stato fatto un errore”.
Luciani si dice più volte preoccupato per il presidente dell’AdSp Francesco Maria Di Majo che corre il rischio di essere isolato all’interno del Comitato di gestione. in un momento storico di grande difficoltà per il porto: “la possibilità per Civitavecchia di tornare indietro ed essere relegata al solo traffico delle navi da crociera e delle navi Ro-Ro è sempre più concreto. Siamo il porto di Roma ma i numeri dei contenitori fanno sorridere” . Secondo Luciani il traffico contenitori nello scalo laziale potrebbe svilupparsi anche fino 300mila container, “Solo se venisse completatata la superstrada per Viterbo, per la quale il governo aveva stanziato 350 milioni di euro per questa arteria strategica che farebbe sviluppare nuovi traffici. Invece nei giorni scorsi è arrivata la notizia della sua bocciatura”, dice il presidente di CpC, “anche questa è un elemento che aggiunge preoccupazione“.