Raggiunta tuttavia la soluzione richiesta dalle associazioni del settore logistica trasporti, spedizioni e terminalistiche: aprono i magazzini delle imprese ferme
ROMA – Le imprese vedono respinta l’istanza della ripartenza, il Governo sentito il comitato scientifico proroga la chiusura fino al 3 maggio. Il premier, Giuseppe Conte, stasera in conferenza stampa da Palazzo Chigi, ha annunciato la proroga delle misure restrittive, sebbene un piccolo barlume lo si inizi a vedere per la riapertura di alcune attività dopo Pasquetta, ma non sono le attività che Confindustria chiedeva.
Avvicinandosi la data del 13 aprile Conte, ha annunciato il nuovo dpcm che, contro la diffusione del contagio, non allenta il giro di vite: «Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche»- ha specificato Conte – «Non possiamo vanificare gli sforzi sin qui fatti», il rischio sarebbe «un aumento dei decessi e delle vittime».
Apertura per: librerie, negozi per bambini e taglio dei boschi
Tuttavia il premier ha annunciato: «dal 14 aprile aperte cartolibrerie e librerie, anche negozi per neonati e bambini, e taglio boschi»- inoltre «Prometto che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza. «Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio». Necessario quindi un programma organico che si articola su due pilastri:«un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro».
Una Task force
Confermata la nomina di Vittorio Colao a capo del Comitato tecnico scientifico, che sarà affiancato dal comitato di esperti per programnmare la Fase 2. «Ci avvarremo del contributo di esperti, sociologici, psicologici, esperti del lavoro, manager che dialogheranno con il Comitato tecnico scientifico, tante personalità che risiedono in Italia e all’estero come Giovannini, Maggini, Mazzuccato, Sadun»
Aprono i magazzini delle imprese ferme
E’ stata tuttavia raggiunta la soluzione richiesta dalle associazioni del settore logistica trasporti, spedizioni e terminalistiche «una delicatissima questione che da settimane stava impattando negativamente sul ciclo operativo del trasporto e della movimentazione delle merci» Ha commentato Confetra (Associazione delle imprese della logistica) in una nota –L’apertura dei magazzini delle imprese produttrici attualmente ferme, ci consente di riprendere consegne e trasporto di merci acquistate o prodotte entro il 22 marzo, data del primo lockdown. Una boccata d’ossigeno per il settore, e la soluzione al problema del congestionamento crescente dei centri logistici e degli hub infrastrutturali di transito. Tra l’altro approvvigionando le scorte, quando sarà terminato il lockdown, le imprese potranno essere immediatamente operative e riprendere la produzione. Guido Nicolini, presidente Confetra, ha commentato il provvedimento: «Ringraziamo la Ministra De Micheli e le riconosciamo di aver saputo e voluto ascoltare le indicazioni provenienti dagli operatori logistici e ‘dal campo’. Un grazie anche al presidente Conte per aver accolto tale pro-posta in questo suo ultimo DPCM. Resta un altro tema che andrà assolutamente affrontato in vista dei prossimi provvedimenti: la necessità di accrescere le tutele operative per i corrieriespressi».
LE IMPRESE
Le imprese in queste settimane avevano spinto per la ripartenza, ma la parte scientifica evidentemente ha posto il veto. Scienziati e immunologi sono stati fermi: “la fine dell’epidemia è ancora lontana e bisogna essere cauti” così come indicato l’Organizzazione mondiale della sanità e il Centro europeo per le malattie infettive. L’Italia non dispone ancora di un chiaro sistema di test e di sorveglianza, pertanto riaprire comprometterebbe la situazione – ci dicono le due organizzazioni della salute e della sanità.
COMITATO SCIENTIFICO
E se il Comitato scientifico mette uno stop, Conte e Speranza, si sono allineati al diktat. Dall’altra parte le aziende italiane chiedevano di ripartire, Confindustria nei giorni scorsi aveva chiesto un programma di riaperture, almeno “a macchia di leopardo”, puntando ad una strategia che avrebbe visto alcune industrie in prima fila per la necessitá di riavviare le produzioni e per le quali ogni giorno di chiusura significa accrescere in maniera esponenziale le perdite, tra queste il settore metalmeccanico e le aziende meccaniche di supporto al settore agroalimentare.