Il governatore di Toscana, Enrico Rossi definisce “assordante” il “silenzio del Governo italiano” sulla vicenda della mancata fusione tra FCA e Renault. A rischio l’industria toscana dell’auto e il sistema logistico da questa coinvolto, come quello dell’hub portuale di Livorno.
FIRENZE – La mancata fusione tra Fca e Renault potrebbe avere ripercussioni anche in Toscana. “Senza entrare nel merito della vicenda – commenta il presidente della Regione Enrico Rossi – non possiamo fare a meno di registrare i possibili rischi per un settore fondamentale per l’industria toscana che già oggi attraversa difficoltà come quello dell’automotive”. Il settore auto e automotive, fabbricazione di auto, carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e componenti elettrici ed elettronici per motori, in Toscana conta infatti su 57 aziende che occupano complessivamente oltre 3200 addetti, oltre al sistema logistico che queste industrie coinvolgono, primo tra tutti quello trasportistico che avviene anche attraverso l’hub portuale di Livorno.
Rispetto alle possibilità di contraccolpi di questo tipo, per l’economia toscana e non solo, colpisce quello che il presidente Rossi definisce “l’assordante silenzio del Governo italiano“.
“Allo scopo di aiutare a compensare un simile deficit cognitivo e politico – prosegue Rossi – ci permettiamo di far presente al ministro dello sviluppo economico (qualora avesse tempo per occuparsi dell’interesse nazionale) anziché della piattaforma Rousseau e della Casaleggio Associati, che cosa rappresenta la filiera automotive in Toscana. Certo, comprendiamo che non sia facile dialogare con la Francia dopo gli scivoloni dei mesi scorsi. Insomma chi di “gillettismo” ferisce, di “gillettismo” rischia di perire essendosi bruciato la reputazione istituzionale che un ministro della Repubblica deve avere e saper mantenere per poter dialogare con controparti governative senza elementi imbarazzanti. Tuttavia, proprio quando si ricoprono incarichi pubblici, occorre saper trovare la forza ed il coraggio per smentire anche se stessi quando sono in gio co interessi nazionali“.
“In altri casi il ministro – prosegue il presidente – ha saputo agire in prima persona, vedi la vicenda Bekaert, dimostrando di saper incidere sulla chiusura di accordi con i sindacati per la cassa integrazione e l’avvio di un percorso di reindustrializzazione. I casi Renault-FCA e Whirpool dimostrano invece assenteismo e faticosa rincorsa: il ministero dello sviluppo economico non può essere solo il palcoscenico per roboanti dichiarazioni, deve essere un luogo di sano e duro lavoro istituzionale per la ricerca di soluzioni alle crisi aziendali e per negoziazioni pubblico-private. La Toscana sta facendo la sua parte. E cerca di dialogare anche con le multinazionali francesi. Lo abbiamo fatto meno di un mese fa in occasione della visita in Toscana del ministro degli esteri francese Le Drian accompagnato dall’ambasciatore a Roma Masset, riunendo attorno a un ta volo i rappresentanti delle multinazionali insediate nella nostra regione e di quelle che avrebbero interesse ad insediarvisi. Venti ne avevamo invitate all’incontro e venti hanno partecipato. Chiedo quindi al Governo e al ministro un forte intervento a sostegno del settore automotive che anche in Toscana occupa diverse migliaia di persone”.