Livorno e Grosseto: Giovani? Lo eravamo!

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Uno studio della CCIAA sull’età anagrafica della popolazione (dati ISTAT 2015)   /FOTO  Se l’Italia è un paese vecchio, Livorno e Grosseto lo sono ancora di più, sono addirittura le due città in Toscana con il più basso tasso di crescita demografica e l’età anagrafica più alta.
Due primati insieme poco rassicuranti. Questa è la fotografia scattata dalla Camera di Commercio Maremma e Tirreno in uno studio dal titolo “Da giovani che eravamo…“, nato dall’elaborazione dei dati ISTAT 2015,“Il tessuto imprenditoriale di queste province” dice Mauro Schiano, dirigente dell’ente camerale, durante la conferenza stampa di presentazione dello studio, “risponde proporzionalmente al calo demografico, cala l’imprenditoria, aumenta il problema occupazionale e si verifica la così detta fuga dei cervelli”.
Le due province secondo lo studio sono affette dal medesimo problema, quello del calo della crescita naturale “Abbiamo una forte perdita di popolazione”, sottolinea Schiano, “i morti superano le nascite ed è un tasso di decrescita di 3 volte superiore al resto dell Italia.
A Livorno il numero delle mortalità è più del doppio di quello delle nascite“.Il numero medio di componenti per famiglia è sempre più risicato, in Toscana il dato è di 2,27 persone per famiglia. Livorno e Grosseto sono il fanalino di coda della regione con rispettivamente 2,15  e 2,14 componenti.Per dirla in breve questo significa che la popolazione indigena rischia di scomparire. 
Ma se oggi questo è un dato che fa preoccupare, secondo lo studio il peggio deve ancora arrivare. Perché quando la fascia anagrafica dei così detti Baby boomer, di coloro cioè che sono nati negli anni ’60, arriveranno all’età pensionabile il sistema, se non cambia e se rimane così come è oggi, rischierà il collasso.La ricetta per uscire da questa situazione? Secondo il presidente dell’ente, Riccardo Breda, “Non potrà essere l’aumento del tasso di natalità, questo tanto non cambia, ma è necessario creare delle opportunità. Oggi mancano le opportunità, la stabilità e la sicurezza economica per creare una famiglia. Ci vogliono scelte economiche e politiche per tenere legati ad un territorio i giovani, un’ente come il nostro hanno quindi il ruolo di attuare sul territorio queste scelte e noi lo faremo”.
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