ROMA – Sono 29 in tutto gli accordi, 19 sono istituzionali e 10 tra aziende private, contenuti all’interno del memorandum of understanding (Mou) l’accordo bilaterale tra Italia e Cina sulla Belt and Road Initiative che apre la strada alle intese tra il nostro governo e quello cinese.
Si va da intese sul credito: con Cassa Depositi e Prestiti, Unicredit e Intesa San Paolo, al settore navale con Fincantieri e con il Rina. Saranno interessati i due porti Genova e Trieste che con il gigante governativo cinese delle costruzioni China communications Construction Company (Cccc) porteranno avanti progetti per la realizzazione di infrastrutture e sviluppo di attività di cooperazione e collaborazione. Interessato inoltre i settori Trasporti con Ferrovie, quello dell’energia con Terna, Ansaldo, Snam, Italgas, Enel ed Eni e, il siderurgico con Danieli.
“Gli accordi devono essere bidirezionali”- ha dichiarato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia– “Questo significa ancora più Europa, occorre una posizione dell’Italia in Europa determinante perchè siamo la seconda manifattura di Europa e quindi abbiamo un interesse forte a mercati del mondo senza dare esclusive a nessuno.”
“Questi accordi sono molto importanti” ha specificato l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà – “è un momento in cui facciamo squadra con le istituzioni e le aziende, raggruppando gli interesse di varie aziende in un paese enorme come la Cina diventerà la prima economia mondiale”.
Gli accordi saranno anche nei settori: agricolo con lo sblocco del mercato cinese per le arance del sud Italia e nel turismo tra il colosso CTtrip e Aeroporti di Roma, Trenitalia, e Musei Ferrari, coinvolto anche il tour operator cinese di Stato. E’ già previsto l’arrivo in Italia di 1 milione e 500 mila cinesi.