ROMA – Dall’Assemblea e Stati Generali di Alis riunita a Roma, il 14 e 15 novembre presso l’Auditorium della Conciliazione, la richiesta che il governo possa intervenire con l’aumento della dotazione finanziaria per il “Sea modal shift” e per il Ferrobonus, attraverso uno stanziamento di 100 milioni di euro annui per ciascuna misura.
Nel 2022, anno in cui non è stato erogato l’incentivo Marebonus, si è assistito a un incremento del traffico dei camion su rete Anas del 4% rispetto al 2019, come è stato riportato dall’Osservatorio sulle tendenze della mobilità del Mit.
Per il presidente Guido Grimaldi dovrebbe essere fatti maggiori investimenti in ricerca, sviluppo e formazione, così da evitare di aggiungere e prevedere ulteriori tasse e costi per cittadini e imprese.
I dati del centro studi di Alis, Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile dicono che nel 2023, grazie al trasporto intermodale, 6 milioni di camion sono stati sottratti dalle strade, 143 milioni di tonnellate di merci sono state spostate dalle autostrade verso l’intermodalità, attraverso i porti ed interporti, 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 sono state abbattute. Un risparmio economico per le famiglie italiane è oltre 7 miliardi di euro. L’augurio dell’Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile è la la politica contribuisca a sviluppare una “economia sana e competitiva”. Con la tassa sulle emissioni climalteranti che entrerà in vigore l’1 gennaio 2024, c’è il rischio che si dovrà applicare un Ets su charge da parte di tutto il mondo marittimo per andare a coprire questa tassa che andrà a gravare in modo importante sulle tasche degli armatori, un’ipertassazione, come dichiarato dal Presidente Alis, Guido Grimaldi, che potrebbe determinare un rischio di back shift modale, facendo fare all’Italia un balzo indietro di 30 anni, con un ritorno di milioni di camion sulle autostrade italiane e un preoccupante aumento dell’inquinamento e dell’incidentalità.