Dai porti alla filiera logistica, ci vuole formazione

LIVORNO – “Si parte dal presupposto che la riforma portuale dovrebbe portare un cambiamento culturale nei porti” spiega Francesca Marcucci amministratore delegato di Logistic Training Accademy (Lta), “di qui la necessità di formazione aumenta”, nei porti fino a proseguire attraverso tutta la filiera della logistica per adeguare know-how, profili e competenze del personale: da chi lavora sulle banchine, alle tecnostrutture dirigenziali, porti e catena logistica integrata. Questo il tema del convegno promosso da Lta che ha visto anche la presenza del dirigente del Mit, Ivano Russo.

“Lta è una Azienda che opera da 16 anni”, spiega la Marcucci incontrata dopo il convegno, “ha cambiato nome, due anni e mezzo fa, era Centro Studi Aziendali, con l’ingresso di due nuovi soci”, che sono la Compagnia portuale di Livorno e Cft la cooperativa fiorentina che si occupa di logistica integrata. 

Il convegno è stato in occasione della inaugurazione della nuova sede di Lta, nel palazzo della Compagnia portuale, ma ha visto anche la firma dell’accordo per la costituzione della Fondazione dalla quale nascerà la Scuola portuale nazionale. Una fondazione tra tre soggetti: Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca), Intempo spa (agenzia per il lavoro Interinale) e Rina Accademy srl  (area formazione per Rina Services spa). Erano presenti Andrea Appetecchia dirigente di Isfort e Roberto De Tommasi direttore generale di Intempo”, dice Francesca Marcucci “portando una proposta già in fase di costituzione della scuola portuale. Loro firmavano l’accordo, Isfort, Intempo e Rina Accademy, come soci fondatori di una Fondazione che poi lavorerà con strutture operative nelle diverse regioni, tra cui Lta in Toscana in via esclusiva. Quindi inaugurazione a livello nazionale loro e, il cambio di sede noi”.

Cosa è la Scuola portuale nazionale?

Sarà una scuola super partes, utilizzerà strutture operative sui territori che conoscono questi stessi e che si mettono a sistema, con l’obiettivo di fare lavori anche attraverso dei riferimenti di finanziamenti europei che strutture più piccole, come la mia, non possono fare. Deve riuscire anche ad essere catalizzatrice di contributi europei che talvolta vengono persi dall’Italia. Sarebbe quindi un cervello pensante di quello che dovrebbe essere il mondo della logistica, dovrebbe servire da trait d’union su quello che si fa nei vari porti italiani. Noi lavoriamo in toscana però ci sono altri colleghi, anche presenti qui stamani,  che fanno lo stesso nostro lavoro in altre regioni.

Quali sono le due aree di competenza?

Lta si occuperà di Logistica integrata, mentre la Scuola portuale si occuperà di area porto, ciò che sta più sulle banchine. Durante il convegno  Appetecchia ha mostrato le slide delle quattro aree in cui la Scuola portuale pensa di intervenire.

Quali sono stati gli interventi?

Ha chiuso il dirigente del Mit, Ivano Russo, che ha spiegato la filosofia che sta dietro la riforma dei porti e delle necessità che seguiranno. Ha anche sottolineato “da lunedì vedremo se saremo sulla nostra sedia considerando quello che deciderà Mattarella”. L’ assessore regionale alla Formazione, Cristina Grieco, era Bruxelles ed è stata presente a distanza con un video messaggio in cui spiegava come la Regione Toscana abbia dato un ruolo fondamentale alla formazione. Inoltre Nereo Marcucci, presidente di Confetra, portando riguardo alla formazione quella che è l’opinione di tutte le evoluzioni normative e culturali che ci attendono nel settore logistico.

Come è andato il convegno?

Molto bene, una mattinata proficua, c’era molta gente, comprese tre classi del Liceo di Livorno Vespucci quindi il convegno ha avuto anche un taglio operativo.

 

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