Federagenti, Santi: Blocco di Suez, effetti potenzialmente gravissimi per l’Italia

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La ripresa del Paese, anche dopo la pandemia  passa attraverso i trasporti marittimi e quindi le relazioni commerciali. Per questo devono essere valutati gli effetti  potenzialmente gravissimi, conseguenti al blocco del Canale di Suez. Questa la sollecitazione del presidente di Federagenti, Alessandro Santi. 

«Abbiamo sempre pensato di svolgere una funzione operativa e professionale di raccordo fra mercati internazionali e mercato nazionale, fra mare e terra  – dice Santi – Il blocco di Suez ci colloca davanti a una nuova missione: far capire al Paese, ai media e all’opinione pubblica che la sopravvivenza economica, il benessere, le possibilità di ripresa del Paese anche dopo la pandemia dipendono da un solo fattore: i trasporti marittimi e quindi le relazioni commerciali che attraverso questi e i porti, l’Italia, specie in chiave mediterranea sarà in grado di ristabilire».

Continua il presidente di Federagenti: «Il Canale di Suez non è un semplice nome sulla carta geografica, ma è il cordone ombelicale che tiene in vita l’economia italiana e impedisce a gran parte del Mediterraneo di assumere le sembianze di uno stagno. La sottovalutazione da parte di politica, istituzioni e media degli effetti potenzialmente gravissimi conseguenti il blocco del Canale per l’Italia, ha evidenziato in modo drammatico come l’Italia, per decenni chiusa in se stessa e incapace di seguire la sua vocazione mercantile mediterranea, abbia perso di vista il ruolo strategico, unico, dei trasporti via mare».

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