Il presidente di Confetra Liguria, Alessandro Laghezza, interviene sul tema delle infrastrutture liguri «è grottesco che la politica continui a parlare di piani di largo respiro e di lungo periodo».
LA SPEZIA – La risposta della logistica al Governo è arrivata e c’era da aspettarsela – ed arriva a proposito di “Italia Veloce” il piano del Governo per rilanciare il Paese, dopo il Covid-19– – 200 miliardi di investimenti in 15 anni per opere infrastrutturali, opere ferroviarie, con particolare attenzione all’alta velocità e al potenziamento della mobilità urbana su ferro, ma anche opere aeroportuali, marittime e stradali. Il Piano è stato annunciato la scorsa settimana dal premier Conte e dalla ministra delle Infrastrutture De Micheli e sarà tema di dibattito degli Stati Generali dell’Economia in queste ore.
Interviene stamani Alessndro Laghezza presidente di Confetra Liguria sul tema delle infrastrutture liguri a un passo dal collasso: «Bello sentir parlare di Italia veloce, di mobilità green e sostenibile – afferma Laghezza – ma la verità è un’altra. Siamo in un’emergenza nazionale che va riconosciuta e dichiarata: sono quei 30 chilometri di coda che per prime colpiranno le aziende dell’autotrasporto e della logistica per poi strozzare il rilancio industriale del Paese.
«Ogni italiano deve vivere a meno di un’ora dall’alta velocità. Non devono più esistere zone periferiche» – spiegava così il piano “Italia Veloce” il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli la scorsa settimana.
Ma la realtà è ben lontana dall’alta velocità annunciata dalla ministra, perchè sulle autostrade liguri si creano «decine di chilometri di coda ogni giorno»- spiega Laghezza – « Tir e automobili imprigionati dalla mattina alla sera in autostrada con un conto danni in costante e continua crescita, varchi e terminal portuali bloccati, container che si mischiano al traffico della città e non riescono a raggiungere la destinazione finale. È questo il girone infernale nel quale sta morendo la logistica del nord ovest italiano e sta affondando il principale porto del Paese, Genova».
Quali sono i tempi limite di sopravvivenza? Quanto manca ancora perché anche il sistema produttivo del secondo più importante polo industriale d’Europa collassi a causa del blocco negli approvvigionamenti e dei trasporti?
Per Alessandro Laghezza, presidente di Confetra Liguria, il limite di guardia sulle autostrade liguri e ormai oltrepassato ed è grottesco che la politica continui a parlare di piani di largo respiro e di lungo periodo mentre si sta assistendo passivamente all’annientamento del sistema logistico su cui si regge il paese e sul quale dovrebbero far conto le aziende che faticosamente tentano di ripartire dopo l’emergenza Covid19.
«Le risposte vanno date subito. Non ne possiamo più – sottolinea il presidente di Confetra Liguria – di tavoli di confronto»: la prima risposta riguarda l’emergenza, ovvero le cause del blocco del sistema autostradale ligure. C’è bisogno subito, immediatamente, di un soggetto istituzionale che sia dotato di pieni poteri per affrontare quest’emergenza e che dia ordini coerenti con la necessità prioritaria di fluidificare il traffico a tutti i soggetti in campo e indennizzi il sistema logistico dei danni subiti. Contestualmente devono essere assunte le scelte, quelle vincolanti, che pongano tutti i soggetti in campo nella condizione e nell’obbligo di affrontare questa emergenza. Si vuole togliere la concessione ad autostrade? Lo si faccia subito senza esitazioni. Si vuole cambiare il contenuto della concessione non cambiando il concessionario? Subito. Si vogliono imporre obblighi cogenti al concessionario? Subito.
Le risposte andavano date ieri nel momento in cui traffico sulla rete non ce n’era. Ora chi non l’ha fatto, ovvero le Istituzioni, devono farsi carico di questi comportamenti irresponsabili e trovare le soluzioni. Da quelle immediate a quelle di prospettiva, che per la Liguria si chiamano: Terzo Valico, Gronda di Genova, Ferrovia con la Francia e Ferrovia Pontremolese, oltre a una completa revisione del sistema autostradale con ripristino dell’esistente e realizzazione di nuove tratte capaci di rompere l’isolamento della Liguria.