di Lucia Nappi
LIVORNO – Corsini si è insediato a Palazzo Rosciano, nel salutare i dipendenti dell’Ente tra le varie cose ha detto: “C’è molto da lavorare dovremo impegnarci per creare una squadra forte e coesa che metta a frutto le sinergie che hanno saputo sviluppare in questi mesi le Autorità Portuali di Livorno e Piombino”. Peccato che nel primo giorno di lavoro il neo presidente non abbia indetto la conferenza stampa, appuntamento che sicuramente sarà nei prossimi giorni, perché a questa dichiarazione sarebbe seguita la madre di tutte le domande: “Presidente e la Darsena Europa, a quando il bando? E’ inutile girarci intorno, se lo chiedono tutti sulle banchine e la vogliono tutti, anche coloro che ne erano i principali avversatori e ora a colpi di j’accuse si impegnano nell’arte tipicamente italica del voltagabbanismo.
Il ruolo del presidente Corsini sarà importante nei prossimi mesi perché ha in mano le sorti del porto e della città, per quanto questo ruolo risponda alla riforma della governance portuale per cui tutto quello che viene deciso, in ambito di realizzazioni infrastrutturali, parte da un progetto di coordinamento centrale, dalla volontà di Roma. Adesso come nel gioco delle tre carte, chi mischia le carte ha in mano il gioco, re di picche: il porto vince e raddoppia la posta, asso di cuori e asso di denari: il porto perde, tutto.
Darsena Europa e le manovre preparatorie: Dal punto di vista imprenditoriale, le manovre preparatorie per la Darsena Europa ci sono state nelle settimane scorse, Luigi Negri e il gruppo genovese (Magillo e Cerruti) escono di scena in Gip (Gruppo investimenti portuali) la società che detiene l’80% delle quote azionarie del principale Terminal contenitori di Livorno, Terminal Darsena Toscana, che viene ceduta ai fondi Infracapital e Infravia. L’operazione apre senza dubbio a questi Fondi la strada per l’investimento principale, quello della Darsena Europa, per la quale saranno necessari 300 milioni di euro da parte dei privato attraverso il project financing, il finanziamento pubblico-privato. Di qui la scelta di Negri di fare questa operazione, le dichiarazioni dell’imprenditore genovese erano state: “Noi imprenditori familiari non possiamo stare su questi scenari”.
Con la vendita di Gip Negri ha consegnato nelle mani dei fondi anglo-francesi oltre a TDT anche gli altri gioielli di famiglia: il 60% di Genova Sech (il 40% è di PSA), il 34,7% di Vecon Venezia (il 65,3% è di PSA) il 21% del Consorzio Bettolo di Genova (le quote restanti sono suddivise tra 65% MSC e 14% PSA) la società in fase di sviluppo che controllerà il Terminal Bettolo in fase di costruzione. Proprio questo Terminal sarà in ordine di tempo, rispetto alla Darsena Europa, il primo per il quale dover iniziare a spendere, 150 milioni di euro, tra 1 anno e mezzo circa.
Il Bando Darsena Europa: Il presidente Corsini avrà un ruolo importante per la Darsena Europa, il bando per la manifestazione d’interesse pubblica scadrà il 31 maggio prossimo, già altre tre scadenze sono saltate, quindi sulle banchine labroniche c’è attesa ma anche timore, si sussurra che qualora dovesse essere nuovamente procrastinata la data di maggio del bando, sarebbe saggio che il rinvio non fosse oltre settembre prossimo, già con la fine dell’anno ci sarebbero dei grossi problemi, le questioni politico-elettorali ne amplierebbero le difficoltà.
Il fattore tempo sarà quindi determinante, sempre dalle voci delle banchine, c’è chi dice che la tempistica sarà rivelatoria delle volontà romane, perché qualora il bando subisse un rinvio oltre settembre potrebbe rispondere ad una logica di non avere urgenza nel partire a costruire questa Darsena Europa. Perché? Una delle risposte potrebbe essere che nel mar Tirreno ci sono troppi terminal in grado di accogliere le navi di ultima generazione. Genova, La Spezia e Savona e un’altra maxi infrastruttura creerebbe effetto “overcapacity”.