Quinta edizione, SHIPPING, FORWARDING&LOGISTICS meet INDUSTRY torna 8-9-10 marzo 2021 per proporre il confronto tra gli stakeholders sulla direzione da dare allo sviluppo del sistema logistico, portuale e produttivo italiano perché possa contribuire al recupero della crescita del sistema economico e sociale.
Il posto dell’Italia nel mondo e il ruolo della logistica come elemento trainante per ridare forma al futuro dell’economia industriale e della società del Paese
Il programma 2021
Il programma delle TRE GIORNATE si articolerà in numerose SESSIONI, trasversali e verticali, che tratteranno temi di interesse generale e per i settori merceologici.
Questa speciale V^ edizione andrà in onda in LIVE STREAMING a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, con un format che permetterà di valorizzare i contributi dei relatori da remoto, ricco di contenuti multimediali creati ad hoc per l’evento.
CHI CONTROLLA LA LOGISTICA ITALIANA E PERCHÉ DOVREBBE INTERESSARE ALL’INDUSTRIA (E ALLA POLITICA)
Una nazione trasformatrice, che importa materie prime e semilavorati ed esporta prodotti finiti, dovrebbe avere ben chiaro la criticità del controllo delle proprie linee di collegamento.
L’Italia sembra fare eccezione a tutti i livelli delle sue istituzioni e della sua economia.
Spesso si accusano gli Stati europei, con la parziale eccezione di Gran Bretagna e Francia, di economicismo, ossia dell’illusione che tutto possa ridursi ad economia e che tutto si possa comprare. L’Italia rappresenta un caso ancora più particolare, che si potrebbe definire economicismo solipsistico, che la porta a pensare che il mondo finisca ai propri confini e che le merci che arrivano e che partono lo facciano per volere superiore, al massimo tramite degli “operai” specializzati che se ne occupano ma che è indifferente chi siano e a chi rispondano.
Un fatto emblematico è la preponderanza assoluta delle modalità di spedizione franco fabbrica delle imprese italiane rispetto al franco destino. Il risultato di tutto questo è che una percentuale altissima del commercio internazionale italiano è gestito da imprese a controllo estero, per cui l’Italia è certo un buon mercato ma le cui modalità di servizio sono nella loro disponibilità decisionale. Con conseguenze non sempre (quasi mai) favorevoli alla nazione e alla sua economia.
MAIN TOPICS
Economicismo: da virtù comoda a vizio letale
Evoluzione della presenza di capitale italiano nella logistica, nelle spedizioni e nei trasporti italiani, all’esportazione e all’interno
Altro che dazi: il ritorno dei tributi di passaggio, reali e virtuali, nella competizione internazionale
Il continuo trionfo del franco fabbrica in Italia: perché e cosa fare