LIVORNO – E’ stata chiamata “Ghost Truck” l’inchiesta sulla maxi truffa nel settore dei trasporti che stamani ha portato all’arresto ai domiciliari a Livorno di un imprenditore e il sequestro preventivo di 35 automezzi più quote societarie. Denunciate, a vario titolo, altre 17 persone per reati fiscali, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, utilizzo di fatture false per circa 9 milioni di euro.. L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari è stata emessa dal gip su richiesta della procura nei confronti di un imprenditore in passato, riferisce la guardia di finanza, condannato per traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione e bancarotta fraudolenta, e destinatario di un provvedimento di interdizione perpetua dai pubblici uffici. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore, Massimo Mannucci, ha individuato il giro di affari di circa nove milioni di euro che l’imprenditore muoveva a favore di imprese locali nel settore del trasporto di merci su strada conto terzi. L’uomo aveva infatti creato una rete di rapporti societari con finalità di frode fiscale, atraverso fatture false, anomale operazioni di compravendita di mezzi stradali, le imprese tuttavia dopo le verifiche risultavano quasi sempre fallite o in via di fallimento.
La Guardia di Finanza di Livorno ha sequestrato 35 automezzi (marche Mercedes, Scania, Iveco) per il trasporto di merce tra cui 10 trattori stradali e 24 semirimorchi, più un’auto Mercedes per il valore di 300 mila euro. Tra le imprese verificate alcune, attive tra il 2010 e il 2013, erano intestate a ‘prestanome’, inottemperanti agli obblighi fiscali avevano il compito di immatricolare formalmente trattori stradali e semirimorchi, senza esserne mai state proprietarie attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da altre ditte riconducibili all’arrestato.