LIVORNO – A giorni potrebbe arrivare l’annuncio ufficiale della chiusura dell’accordo con cui Msc acquisisce il 99% di Italo, compagnia ferroviaria privata italiana Nuovo trasporto Viaggiatori, per i servizi di Alta Velocità passeggeri. Un’operazione del costo di 4 miliardi di euro e che secondo le indiscrezioni sarebbe già stata conclusa, quindi in anticipo rispetto alla scadenza del periodo di trattative in esclusiva che dava tempo a Msc fino alla fine del mese di agosto.
Gli attuali azionisti di Italo:
La quota di maggioranza il 72,6% è pertanto ceduta dall’americano GIP (Global Infrastructure Partners) il più grande fondo infrastrutturale del mondo che gestisce attività per diverse decine di miliardi di dollari, già socio di Msc in Til – braccio terminalistico per la gestione dei terminal portuali globali.
Per le restanti quote azionarie l’11,5% appartiene ad Allianz, il 7,6% a Infra Investor, lo 0,6% a MoLagers. Il restante 7,7% è dei soci italiani che nel 2018 hanno venduto a Gip per un valore di 2,5 miliardi di euro, comprensivi dei 450 milioni di debito, per l’acquisizione dei servizi ad Alta Velocità della compagnia privata. E che successivamente hanno deciso di reinvestire in Italo, sono:: Luca Cordero di Montezemolo, Flavio Cattaneo, Giovanni Punzo, Isabella Seragnoli, Alberto Bombassei e Peninsula Capital.
L’impero MSC
Il gruppo societario della famiglia Aponte, al cui vertice siede il fondatore e presidente il “comandante” Gianluigi Aponte, con i treni di Italo va a rafforzare l’espansione nella logistica di terra diretta al trasporto dei passeggeri e quindi non solo del settore merci, creando il collegamento infrastrutturale diretto tra le navi da crociera e i traghetti di cui Msc rappresenta uno dei principali operatori globali e nazionali.
Colosso armatoriale numero uno al mondo nel trasporto marittimo di container, ma anche tra le maggiori compagnie crocieristiche globali, degna di nota la veloce crescita della flotta e gli attuali ordini di nuove navi depositati nei cantieri. Non in ultimo le acquisizioni nel settore ro-ro e ro-pax in Italia con i traghetti di GNV e del gruppo Moby.
Così come nel terminalismo portuale settore nel quale l’espansione di Msc è un fatto consolidato da anni, ma che continua vorticosamente ad inglobare e controllare tanta parte delle banchine italiane, e di ogni altra parte del mondo dove vi sia una opportunità di traffico marittimo per le merci. Con acquisizioni e partecipazioni dirette o indirette attraverso l’ampia costellazione societaria che fa capo al gruppo, un’avanzata sulle banchine che spesso stravolge gli equilibri consolidati dei porti.
E’ il caso recente di Genova, sulle cui banchine l’acquisizione del Terminal San Giorgio da parte della Ignazio Messina & C. – in cui Msc siede come socio di minoranza attraverso la controllata Marinvest – può concretamente minacciare la presenza dell’altro armatore del settore dei traghetti, Grimaldi, che da quelle stesse banchine effettua i propri collegamenti con le isole maggiori. Guarda caso proprio lo storico armatore con cui competono le navi del gruppo Moby e GNV sulle rotte sarde e più in genere del Mediterraneo.
Quindi questa nuova integrazione logistica sulle tratte ferroviarie nazionali di Italo è solo l’ultimo tassello dello sviluppo di Msc sulla logistica di terra e di aria. Un’avanzata che crea luci, ombre e non pochi interrogativi da parte dei molti che si chiedono come sarà il futuro, non troppo lontano, del nuovo mondo logistico controllato dai pochi operatori globali, di cui MSC sicuramente sarà ai vertici, se non al primo posto.
E se un tempo “tutte le strade portavano a Roma”, nel futuro chissà dove porteranno tutte le rotte? Sicuramente non lontano da Msc.