ROMA – “Un carico di merce pericolosa resta tale sia che viaggi in autostrada o su un treno (e i fatti di Viareggio lo hanno drammaticamente dimostrato), o in nave o aereo. Le merci sono e restano pericolose a prescindere dal mezzo di trasporto”.
Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, scende in campo contro le polemiche che definisce “strumentali, irrispettose delle vittime e grottesche nei contenuti” sollevate dopo la tragedia verificatasi sulla A21. “Non si capisce bene – prosegue Longo – dove dovrebbero viaggiare le merci pericolose o i carichi infiammabili. Forse sulle provinciali, attraversando centri abitati oppure su ferrovie che presentano comunque gli stessi rischi di un autostrada?”.
Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, scende in campo contro le polemiche che definisce “strumentali, irrispettose delle vittime e grottesche nei contenuti” sollevate dopo la tragedia verificatasi sulla A21. “Non si capisce bene – prosegue Longo – dove dovrebbero viaggiare le merci pericolose o i carichi infiammabili. Forse sulle provinciali, attraversando centri abitati oppure su ferrovie che presentano comunque gli stessi rischi di un autostrada?”.
“Sarebbe il caso di ricordare – prosegue il segretario generale di Trasportounito – che lo Stato italiano continua a garantire un minimo di rimborso sui pedaggi autostradali, diventati comunque insopportabili, proprio per favorire il dirottamento dei traffici merci dalla rete ordinaria a quella autostradale, ritenuta a minor rischio”.
“Smettiamola una volta per tutte, anche per rispetto alle famiglie delle vittime, nonché delle migliaia di uomini che si spezzano la schiena dietro a un volante per assicurare al paese la disponibilità di merci e di “benessere” – conclude Longo – di innescare cacce alle streghe prive di qualsiasi fondamento realistico”.
“Smettiamola una volta per tutte, anche per rispetto alle famiglie delle vittime, nonché delle migliaia di uomini che si spezzano la schiena dietro a un volante per assicurare al paese la disponibilità di merci e di “benessere” – conclude Longo – di innescare cacce alle streghe prive di qualsiasi fondamento realistico”.