ROMA – Le imprese italiane dell’autotrasporto nei mesi di marzo-aprile hanno subito un perdita di fatturato per un valore di 1,8 miliardi (dati confrontati con lo stesso periodo del 2019). Questo è quanto emerso dalla ricerca condotta da Conftrasporto-Confcommercio – Format Research Ufficio studi. Il settore, riconosciuto si dall’nizio della pandemia come in dispensabile al funzionamento del sistema economico nazionale, non si è mai fermato anche quando tutta l’Italia era in lockdown. Il settore tutt’ora continua ad essere operativo sebbene spesso anche in perdita, spesso non riuscendo a controbilanciare il viaggio di andata (carico) con quello di ritorno (vuoto). Questo è quanto dichiarato in una nota dal vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè –
Uno dei problemi principali denunciati dall’autotrasporto è che, dall’inizio dell’emergenza, alcune imprese stanno anticipando i costi del servizio, subendo il ritardo dei pagamenti da parte dei committenti che rischia di slittare anche ad un anno. Gli operatori del settore sono pertanto fortemente allarmati spiega nella nota Conftrasporto-Confcommercio. Il trend positivo sui pagamenti registrato negli ultimi 3 anni ha infatti subito un brusco peggioramento in questi primi mesi del 2020, il 60% delle aziende ha letteralmente certificato (o sta per farlo) la mancanza di liquidità per covid-19, chiedendo il blocco degli affidamenti bancari in essere.
Gli effetti del lockdown si sono riverberati anche sull’occupazione, con una perdita in termini di retribuzioni e contributi stimabile complessivamente in circa 370 milioni di euro, coperta in parte dagli ammortizzatori sociali.
Lo ‘screening’, inoltre, libera il campo da conclusioni semplicistiche, che vorrebbero l’autotrasporto in piena salute per il solo fatto di non essersi fermato. Secondo i dati Conftrasporto-Confcommercio, rimanere aperti mitiga sì il tasso di mortalità di breve termine delle imprese, ma i cali di domanda riducono la natalità in modo repentino ed eccezionale. Se la situazione dovesse permanere anche nel prossimo trimestre, il saldo demografico delle imprese potrebbe avere effetti permanenti sulla tenuta del settore.
“In questo periodo è stato riconosciuto il ruolo strategico del comparto del trasporto, a supporto del sistema economico nazionale e della qualità della vita dei cittadini – spiega il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè – Magazzinieri, autisti e corrieri, al fianco di medici e infermieri sono stati in prima linea per assicurare il presidio di quella parte di ordinarietà̀ della vita possibile durante l’epidemia”.
Il lockdown – come dimostrano inequivocabilmente i dati – ha messo a dura prova le imprese. Le misure che il ministro De Micheli ha ottenuto per il settore alleviano l’impatto della crisi, ma, per Conftrasporto, il Governo non è riuscito a garantire la condizione imprescindibile per ripartire.
“Occorre che chi tiene i cordoni della borsa si attivi per garantire la disponibilità concreta e immediata di risorse alle aziende di autotrasporto, facendo sì che i committenti paghino nei tempi previsti, il sistema bancario faciliti l’accesso al credito, la committenza eviti di speculare sulle spalle degli autotrasportatori rivedendo al ribasso le tariffe, e soprattutto che il Governo garantisca forme dirette di finanziamento anche a fondo perduto al settore, mancata fino ad ora. Le imprese non possono più attendere”, ha concluso Uggè.