Dalla cassifica “Cruise Ship Rankings 2017” stilata dall’associazione ambientalista tedesca NABU, risulterebbe che nessuna compagnia armatoriale di navi da crociera passerebbe l’esame ambientale.
Da qui le tesi controdeduttive di CLIA, Cruise Lines International Association, l’associazione internazionale delle compagnie crocieristiche, che ribatte duramente le affermazioni della associazione tedesca.
L’inquinamento da parte dell’industria delle navi da crociera è ancora molto alto, nonostante le nuove navi negli ultimi anni siano state costruite con il rispetto dei criteri green di attenzione all’ambiente. Lo ha detto NABU, l’associazione ambientalista tedesca, che ha redatto, come ogni anno, la “Classifica delle navi da crociera 2017“. La graduatoria è stata poi ripresa dall’associazione ambientalista italiana, Cittadini per l’Aria. Secondo la graduatoria di NABU nessuna compagnia armatoriale passerebbe l’esame ambientale, questo mostra quanto pochi siano i progressi fatti nella riduzione dell’inquinamento.
“Tutti gli operatori utilizzano ancora olio combustibile pesante per alimentare le loro navi”– ha detto l’associazione dalle pagine del suo sito, “un carburante sporco che emette fumi tossici quando bruciato”. Solo le compagnie Hapag-Lloyd e TUI mostrano una maggiore attenzione green, pertanto occupano una posizione più alta nella classifica NABU, grazie all’installazione sulle navi di catalizzatori per l’ossido di azoto, che è questo, a detta degli ambientalisti tedeschi, “un piccolo ma importante passo verso navi più pulite”. Mentre “I leader del settore Costa, MSC e Royal Carribbean offrono poco per dimostrare che si occupano dell’ambiente o della salute delle persone che vivono sulla costa oppure lavorano o sono in vacanza su queste navi”.
L’amministratore delegato di NABU, Leif Miller ha sottolineato: “Nonostante le dichiarazioni delle compagnie che le navi da crociera sono più pulite e più ecologiche, l’atteggiamento del settore verso l’ambiente rimane scarso. La mancanza di azione in direzione green da parte di Costa, MSC e Royal Caribbean, mette in pericolo i propri clienti, i residenti delle coste e il clima globale. Siamo anche delusi da AIDA Cruises, non sono riusciti nella loro promessa di investire in filtri per tutta la flotta “.
CLIA – Cruise Lines International Association, l’Associazione Internazionale delle Compagnie crocieristiche, ha risposto immediatamente e duramente alla tesi sostenuta da NABU. Partendo dal principio di condivisione con gli ambientalisti degli obiettivi green: quali la riduzione delle emissioni e la protezione dell’ambiente, rifiuta seccamente e duramente l’accusa.
Secondo CLIA, come riportato da un articolo dal quotidiano genovese di shipping “Ship2Shore“, la classifica di NABU non tiene conto delle “tecnologie approvate e riconosciute dalle leggi internazionali, a cominciare da quelle per il trattamento dei gas di scarico, oltre all’uso di carburanti a basso impatto inquinante o alternativi, come l’LNG. Tutti i membri CLIA rispettano le norme internazionali, in alcuni eccedendo anche le prescrizioni di legge”.
Inoltre riguardo le modalità di rilevazioni, Clia sostiene che venga adottata da NABU “Una misura selettiva effettuata usando dispositivi portatili che, ideati per essere usati solo in ambienti chiusi e puliti (e che invece in questo caso sono stati utilizzati a bordo di una nave o negli esterni), non può essere equiparata ad una misurazione effettuata tramite una stazione fissa di rilevamento che registra la media delle misurazioni nelle 24 ore, o più a lungo. I risultati ottenuti con misurazioni casuali non sono né scientificamente provati né soggetti a legislazione”. Inoltre sul sito di CLIA sono consultabili “tutte le attività dei membri Clia” in materia, l’associazione internazionale ha articolato in quattro punti le proprie controdeduzioni.