I pendolari dello Stretto, coloro che si spostano per lavoro e per studio tra Messina e Reggio Calabria, sono tornati a far sentire la propria voce in un appello al governo. Denunciando lo stato di abbandono e la mancanza di un servizio di collegamento tra i porti delle due città che rimangono clamorosamente isolate nel fine settimana dalle ore 17,00 creando gravi disagi ai pendolari, molti del settore sanitario e delle forze dell’ordine, che lavorano nei turni serali e notturni anche il sabato e la domenica.
“Una problematica non secondaria che si trascina da decenni” già oggetto in passato di un appello all’Autoritá di Sistema Portuale dello Stretto al Ministero dei Trasporti, spiega dalle pagine Facebook il presidente dell’AdSP, Mario Mega.
“Il primo lockdown della primavera dello scorso anno mise in evidenza in maniera ancora più marcata le condizioni in cui sono costretti a vivere migliaia di lavoratori mostrando la fragilità e l’insufficienza di un sistema di mobilità che non salvaguardia in alcun modo i loro diritti” – Continua il presidente dell’ente portuale – “Troppo spesso si confondono le problematiche dell’attraversamento dello Stretto di Messina per i collegamenti di lunga percorrenza con quelli dei collegamenti urbani tra le due città rivierasche, tanto vicine fisicamente quanto lontane nella pratica che rischiano, paradossalmente, di trovare un loro peggioramento se nelle scelte che si andranno a fare non si considereranno tempi e costi per il loro soddisfacimento futuro”.
Le corse effettuate con le navi veloci, già limitate durante la settimana sia nel numero che nella fascia oraria (con impossibilità di muoversi dalle 22.00 alle 6.00 circa del mattino successivo, diventano merce rara nel fine settimana con l’arresto dei collegamenti alle ore 17.00” . Eppure spiega il presidente dell’AdSP molti dei pendolari sono turnisti, dipendenti delle forze dell’ordine o sanitari, che lavorano anche nei turni serali e notturni anche il sabato e la domenica con tutti i disagi che queste limitazioni comportano.
“Purtroppo l’Autorità di Sistema Portuale non ha competenze sui servizi di trasporto offerti sullo Stretto ” – specifica Mega- “L’impegno, sancito nel POT,” -“resta quello di aumentare gli accosti per consentire l’aumento dell’offerta e soprattutto migliorare gli spazi di sosta e di attesa agli imbarchi”.
Sulla competenza dell’AdSP continua : ” il legislatore dovrà porre rimedio se si vorrà veramente intervenire per cambiare l’inerzia del sistema e far diventare la mobilità tra Reggio Calabria e Messina, ma in generale tra la Sicilia e la Calabria, uno strumento di sviluppo economico e di integrazione tra i territori”
Un primo passo avanti sembrava essere stato fatto dal Parlamento nello scorso autunno quando in sede di conversione del Decreto Agosto era stato approvato un emendamento che estendeva alla tratta Messina – Reggio Calabria il servizio pubblico da attuarsi con il Contratto di programma – Parte Servizi tra lo Stato e la società Rete Ferroviaria Italiana Spa. In sostanza con questa modifica normativa il collegamento veloce tra le città di Messina e Reggio Calabria dovrà essere garantito da RFI al pari del collegamento espletato sulla tratta Messina-Villa San Giovanni.
Ma a fronte di un è “incremento del numero delle corse tra Messina e Villa San Giovanni nulla è cambiato per i collegamenti tra Messina e Reggio Calabria” – sottolinea il presidente – “sembrebbe che RFI sia intenzionata ad interrompere il servizio da settembre prossimo. Da qui la necessitá della modifica delle normative per la gestione della mobilità dei passeggeri e delle merci sullo Stretto, incentrata sul controllo pubblico. Si tratta di un “tematica che deve essere affrontata in maniera distinta dalla querelle ponte si/ponte no e che soprattutto non può più essere considerata di secondario rilievo attesa la valenza sociale ed i risvolti che essa comporta sulla vita dei cittadini delle due città che sono molto più integrate nei fatti di quanto, nei palazzi romani, molti credano nonostante le difficoltà ed il costo degli spostamenti”.
“Tornerò di nuovo a rappresentare la problematica al Ministero sperando che nel contempo questo loro appello sia raccolto anche dai parlamentari dei due territori che bene potranno più di me incidere proponendo nuove ed ulteriori modifiche normative che consentano di attivare un nuovo modello di gestione della mobilità dei passeggeri e delle merci sullo Stretto, incentrato in prevalenza sull’iniziativa ma soprattutto sul controllo del pubblico, che risolva anche i problemi dei pendolari ed aiuti veramente l’integrazione tra le Città di Messina e di Reggio Calabria”.