AMBURGO -Il potenziamento del trasporto intermodale porti-ferrovia, con un forte orientamento all’automazione e al digitale, è stato al centro di una giornata convegno organizzata dal porto di Amburgo e Hamburg Logistics Initiative.
Previsti altri 20 centri intermodali nell’entroterra e un traffico di 100.000 TEU da Europa a Cina.
Il convegno, dal titolo ‘First Rail Conference on Cargo Transport by Rail and Ports’, si basa sulla previsione di una ulteriore crescita dell’intermodale e ha visto la partecipazione di 200 tra operatori ferroviari, terminalisti, armatori e specialisti dell’area tedesca. Le statistiche nazionali indicano che l’11% del traffico merci via ferrovia ha come riferimento Amburgo, ma – è stato sottolineato – la crescita, soprattutto verso l’estero, deve passare dalla digitalizzazione e dall’automazione nel ciclo che va dalla movimentazione dei container al trasporto vero e proprio.
La sfida tedesca sta nell’estendere l’efficienza logistica nelle operazioni di carico e scarico delle mega-navi da 20mila TEU alla catena logistica dell’entroterra. Sia Lars Neumann (Hamburger Hafen und Logistik) che Manuela Drews (Eurogate Bremerhaven) hanno ricordato che mentre i terminalisti investono sull’efficienza in banchina e in tecnologie di avanguardia sull’infrastruttura informatica, c’è invece da potenziare l’inoltro delle merci verso l’hinterland. Sono allo studio sinergie tra le principali aziende dell’area per collegamenti aeroportuali con una gestione condivisa. La distribuzione regionale e verso l’estero passerà attraverso centri di smistamento (hub), sul modello di quello intermodale appena inaugurato a Budapest.
I dragaggi sono un problema anche per i tedeschi. Rolf Habben Jansen (Hapag-Lloyd), pur lodando il modello organizzativo di Amburgo, ha sottolineato che questo non basta ad attrarre e trattenere gli armatori, dal momento che il “fallimento” nel dragaggio del fiume Elba potrebbe, a lungo termine, andare a indebolire la competitività dello scalo tedesco: l’accessibilità via mare e via terra rimangono un fattore centrale.
Dal 2008 il porto ha investito circa 450 milioni di euro in modernizzazione e infrastrutture tecnologiche. La sfida – è emerso dal convegno – passa dalla capacità delle strutture logistiche dell’entroterra di gestire un flusso crescente di merci che arriva contemporaneamente in grandi quantità a seguito dello scarico delle grandi portacontainer. La saturazione dei terminal interni – buon per la Germania, aggiungiamo – è molto vicina, dati alla mano: Andreas Schulz (Deutsche Umschlaggesellschaft Schiene-Strasse, DUSS) ha detto a chiari termini che il tasso di utilizzo dei 25 terminal multimodali esistenti raggiunge l’80% e che con un tasso di crescita del 3% annuo, serviranno presto almeno 20 terminal multimodali aggiuntivi nell’entroterra. Il tutto senza dimenticare l’efficienza derivante dall’informatizzazione della catena logistica, che rimane imprescindibile.
Thomas Kowitzki (DHL Freight) ha fatto il punto sul trasporto ferroviario dalla Germania alla Cina, che prevede 40 destinazioni finali con un tempo medio di nove giorni per la consegna alla stazione finale. Kowitzki prevede una movimentazione via ferro tra europa e Cina pari a 100,000 TEU.
L’incontro, oltre che dal Porto di Amburgo, era stato organizzato da Hamburg Logistics Initiative. Quest’ultima, recentemente premiata come “Eccellenza nella gestione del cluster”, è una rete che comprende le compagnie e le istituzioni nella regione metropolitana di Amburgo. Hamburg Logistics racchiude 500 tra aziende dell’industria, del commercio, dei servizi e della ricerca.
G.F.