Assarmatori incontra a Livorno il cluster portuale marittimo della Toscana, ieri sera, a bordo a bordo della nave Toremar Liburna – Un confronto tra armatori, rappresentanti dei porti ed operatori sui temi più stringenti.
Lucia Nappi
LIVORNO – Un confrontro con il cluster marittimo – portuale toscano quello organizzato da Assarmatori, ieri sera, a bordo del traghetto Toremar Liburna ormeggiato nel porto mediceo di Livorno.
L’associazione di categoria degli armatori aderente a Conftrasporto-Confcommercio che rappresenta prevalentemente le compagnie per il trasporto marittimo con le isole minori e maggiori, il corto raggio, e il convenzionale, quest’anno inizia dal porto di Livorno la kermesse di incontri con i cluster regionali, incontro che l’anno scorso aveva visto protagonista Genova nell’ambito delle Genoa Shipping Week.
Un’iniziativa con cui Assarmatori mira a rafforzare direttamente le proprie sinergie, e indirettamente quelle degli armatori rappresentati, nei porti attraverso gli incontri con le imprese, le istituzioni e i principali attori del mondo produttivo locale. Un incontro ravvicinato per conoscere più da vicino i progetti di sviluppo, le proiezioni future, le dinamiche che, anche, ostacolano i rapporti tra operatori locali.
Un forte peso quello di Assarmatori nel porto di Livorno e negli altri scali del sistema che viene rappresentato dai numeri di sintesi, snocciolati dal presidente Stefano Messina: “14 compagnie di navigazione rappresentate, 400 navi operanti, 42 mila scali annui effettuati, oltre 12 milioni di tonnellate di merci, 4,8 milioni di passeggeri movimentati” – “tutte le imprese associate ad Assarmatori” – ha sottolineato: “valgono oltre il 50% di merci rotabili ed il 40% di merce in contenitori”.
Ad affiancare Messina a bordo della Liburna il vertice associativo: il vice presidente Achille Onorato, nonchè amministratore delegato del Gruppo Moby- armatore e terminalista a Livorno e Piombino, Alberto Rossi avvocato marittimista e direttore generale dell’Associazione.
Ad aprire il confronto intervengono: il direttore marittimo della Toscana l’ammiraglio Gaetano Angora, il sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, il sindaco Luca Salvetti e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Luciano Guerrieri.
Quindi il presidente di Assarmatori delinea la rotta e lancia messaggi alla politica e all’istituendo governo. Sul ministero del mare sottolinea di non avere una posizione innamorata del nome o dello slogan “ambiamo ad avere una pubblica amministrazione che sia integrata, con capacità di interloquire tra i diversi ministeri. Noi vorremmo anche all’interno del ministero attuale, ma se verrà cambiato il nome è indifferente, avere un indirizzo politico che dia attenzione al mare con il mondo della logistica e dei trasporti. Chiediamo alla pubblica amministrazione efficienza, più che contributi”.
In sintesi quattro i temi trattati: la proposta Fuel EU Maritime, inserita all’interno del pacchetto Fit for 55; Indicatore CII (Carbon Intensity Indicator); Registro Internazionale; Cold ironing.
Cold Ironing
Su questo ultimo argomento il presidente Messina lancia un monito: “La nave si deve attrezzare, la responsabilità è nostra, ma non si può penalizzare una compagnia se il porto dove scala non è attrezzato. Oggi c’è ancora il rischio che venga penalizzata la compagnia“. Sul rinnovo delle flotte, Messina specifica che per il decreto attuativo con cui il ministero ha messo a disposizione del Piano Complementare al PNRR 500 milioni di euro: 250 milioni per le nuove costruzioni e 250 per il refitting: “i tempi sono stretti, i piani devono essere presentati al ministero entro il 21 novembre per cui ci stiamo già lavorando. Il grande sogno sarebbe quello di rivedere una ripresa degli investimenti in cantieri italiani. Sebbene per questione di legge sono cantieri europei, ma siamo fiduciosi che nel corso del 2023 le numerose commesse da parte di armatori italiani siano per la cantieristica nazionale”.
Sul tema della sostenibilità ambientale del porto nel dialogo con la citta, il sindaco di Livorno Salvetti ha sottolineato il rapporto stretto degli armatori con la città: “Il rapporto tra porto e città vive un intreccio stretto con le realtà armatoriali” – “Le nostre belle idee si arenano se non c’è la volontà degli armatori”- “Sulla sostenibilità ambientale, noi abbiamo cinvolto gli armatori in un Patto nella gestione dei fumi per la qualità della vita”.-
Sul cold ironing il presidente dell’Authority, Guerrieri, ha ricordato lo stanziamento di 77 milioni di euro, per la progettazione degli impianti a terrà per i porti di Livorno (45 milioni), Piombino (16 milioni) e Portoferraio (16 milioni) “la progettazione è in corso e sta avvenendo in stretta collaborazione con la Port Authority di Genova che per prima si era mossa. Pensiamo di completare questa fase entro fine novembre – dicembre e per la successiva fase d’installazione verrà data priorità alle aree più vicine alla città, quindi alle banchine gestite da Porto Livorno 2000, poi all’area dei traffici ro-ro, a quella dei contenitori e se riusciremo con le risorse anche verso i terminal per forestali”.
“L’inquinamento da Co2 delle navi è un problema importante, ma non può essere a discapito delle navi” – è intervenuto il CEO di Moby Achille Onorato -“deve essere fatto di concerto con un sistema che deve funzionare come un ingranaggio unico. Grazie anche al PNRR, che è strumento importantissimo e ci consentirà di portare avanti gli investimenti. Come Moby doteremo le navi sia di cold ironing che di sistemi necessari ad abbattere i fumi. Inoltre due nuove navi arriveranno e scaleranno anche Livorno, saranno sicuramente superiori a queelle che è il requirement odierno. Livorno si dimostra, come sempre all’altezza delle sfide e si sta attrezzando e sarà pronta per quando arriveranno queste navi. Ma dove questo non esiste l’armatore non può pagare sarebbe una distorsione inaccettabile”.
Gli aggiornamenti sull’iniziativa a seguire su Corriere marittimo.