Cagliari, le partite aperte: Porto Canale, continuità territoriale, traffici passeggeri e ro-ro

Porto Canale

CAGLIARI – Gli effetti dell’emergenza da Covid-19 in Sardegna, la gara prorogata per il Porto Canale di Cagliari, l’attesa per la scadenza della convenzione sulla continuità territoriale, i costi di bilanciamento per l’autotrasporto nel settore ro-ro. «Il porto di Cagliari non ha subito un grande contraccolpo in seguito all’emergenza causata dal coronavirus, tranne per il traffico passeggeri. In linea di massima non ci sono state difficoltà con gli approvigionamenti per l’isolaTuttavia la produzione si è arrestata, i traffici in uscita si sono fermati, come era comprensibile, essendo stato bloccata la commercializzazione dei prodotti e i trasporti dei settori non essenziali». lo spiega William Zonca, segretario regionale UilTrasporti 

Porto Canale: gara prorogata
Tra le priorità urgenti messe in stand-by dall’emergenza, la gara per l’affidamento della concessione del Porto Canale di Cagliari, l’8 aprile scorso viene deciso lo slittamento della tempistica per la formalizzazione della richiesta di concessione ex art. 18. La call internazionale per l’affidamento del Terminal container ex CICT (Cagliari International Container Terminal)  in concessione al Gruppo Contship Italia fino a settembre 2019. A seguito del blocco delle attività imposto dal governo, i termini vengono prorogati al 1 giugno prossimo,  anziché entro il 15 aprile, come stabiliva il primo avviso di proroga del 28 febbraio (motivato da richieste di integrazione documentale da parte di alcuni soggetti interessati). Il rilancio del terminal è elemento fondamentale per la ripresa del traffico container della Sardegna. Se da un lato le motivazioni burocratiche e normative hanno allontanavano i termini della gara, tuttavia, è facilmente immaginabile che, data la situazione emergenziale, anche gli operatori interessati a mettersi in gara per lo scalo, difficilmente avrebbero scoperto le proprie carte non prima di una riapertura delle attività del paese. Oltre al fatto che dal punto di vista normativo si imponesse il fermo delle attività. Situazione che comunque non va a danneggiare o ad allontanare il potenziale acquirente.
L’interesse
Chi siano i soggetti interessati allo scalo sardo, al momento nessuna notizia certa, secondo alcune indiscrezioni uscite nei mesi passati si era parlato di un possibile interessamento da parte della Port Authority di Rotterdam, che aveva tuttavia provveduto a dare smentita. Ma nonostante questo, permangono le “voci di banchina” che vedrebbero il porto di Rotterdam tra i soggetti in pole position.

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Continuità territoriale, partita aperta.
Durante questi due mesi circa, gli approvvigionamenti e i collegamenti con l’isola non sono calati, se non per la breve interruzione di 24 ore, a seguito del blocco sulle linee posto da Moby- Cin per lo scontro con Tirrenia. Una decisione di arrestare i traghetti, a fronte del sequestro cautelativo dei conti correnti deciso dai commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria. Accordo raggiunto, il giorno dopo, anche grazie alla mediazione dei ministri di Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, e Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.
Altra partita aperta per Cagliari è quella sulla continuità territoriale, il prossimo 19 luglio scadrà la convenzione per i collegamenti, lo scenario ipotizzato è quello della proroga tecnica, anche se l’isola teme fortemente la possibilità di andare a libero mercato, questione che potrebbe non garantire più i servizi di collegamento, come servizio pubblico e quindi dichiarato servizio senza oneri, senza compensazione per l’armatore. Lo spettro è quanto già avvenuto in Sardegna per il traffico aereo.

L’operatore locale ro-ro Grendi
Intanto l’armatore genovese del Gruppo Grendi, impegnato sulle linee ro-ro Massa Carrara- Cagliari- Porto Torres, stamani interviene facendo sapere che la situazione di chiusura e le difficoltà della pandemia, hanno reso «più oneroso il compito degli autotrasportatori che si trovano ad effettuare i viaggi di andata e ritorno senza il pieno carico del mezzo, con un inevitabile incremento dei costi »- dichiara Antonio Musso, amministratore delegato del gruppo –  «Questa situazione rischia di far crescere le tariffe dei trasporti per le lunghe distanze e per le isole in particolare. Per questo il gruppo Grendi avanza la richiesta del recupero dei costi per i mezzi che rientrano dalla Sardegna, in modo da limitare il cosiddetto costo di bilanciamento».

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Le attese per il turismo
Tra i vari settori quello turistico si pensa possa essere il comparto in grado di dare una boccata di ossigeno all’economia dell’isola, con un impulso positivo anche sul traffico passeggeri per i traghetti, una volta usciti dall’emergenza, forte di una possibile, quasi certa, dinamica positiva della domanda interna di turismo proveniente dal mercato nazionale.

Lucia Nappi

 

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