di Lucia Nappi
GENOVA -. Parlando delle strategie e degli obiettivi da raggiungere a partire dai prossimi mesi le idee sono chiare, Paolo Emilio Signorini, presidente dell’AdSp del Mar Ligure Occidentale, durante la conferenza stampa per la presentazione del board del Comitato di gestione ci tiene a precisare: “Genova-Savona sarà il principale sistema portuale italiano”, intento fortemente condiviso con il governo, “l’obiettivo si sostanzierà quindi facendo crescere i traffici fino a 1,5/2 milioni di Teu l’anno”. Nel pomeriggio è in agenda l’incontro con il consigliere del ministro Delrio, Ivano Russo, gli argomenti? Signorini dice “sicuramente Terzo Valico e gli interventi nei due scali”.
L’intervento di Rino Canavese, membro del board appena annunciato, vice presidente dell’interporto di Novara per molti anni alla guida dell’Authority savonese, chiarisce il clima di impazienza che si respira sulle banchine: “Bene che il ministro ci indichi come il primo sistema d’Italia, ma vorremmo che si declinasse in operazioni vere. Mi pare che ci sia un’attenzione più sul versante Adriatico più che sul nostro”, quindi mette in chiare note tutti i cambiamenti che il sistema ligure ha davanti e gli interventi attesi: “Ci vogliono investimenti mirati sul versante mare e una coerenza di filiera. Il porto essendo un’intersezione tra mare e terra avrà bisogno di un piano del ferro e del Terzo Valico con opere coerenti, gallerie, infrastrutture e lunghezza dei treni. Opere che dovranno essere realizzate in tempi brevi, dobbiamo adattarci agli standard europei o il rischio è di arrivare tardi” . Canavese individua un sistema fatto di piccole cose e di fattori che sono stati portati avanti: “E’ stato finanziato il secondo binario di Voltri, e con RFI stiamo affrontando il miglioramento del piano del ferro, l’Autorità di Sistema ha a disposizione una flotta di 6 locomotori da linea per far costare meno i treni, tre Regioni sono coinvolte per dare il loro contributo del ferro bonus.
Tornando al concetto di Genova-Savona come primo sistema portuale italiano chiediamo al presidente Signorini:
Il ministro Delrio nel recente viaggio in Cina, per l’Italia ha presentato il progetto di sviluppo del porto di Genova da integrare nell’asse cinese “One Belt One Road, come commenta? “Prima della Riforma l’Italia con 26 Autorità portuali non era un interlocutore credibile nello scenario mondiale. Gli scali europei più forti hanno uno o due scali strategici, la Germania ne ha 2, l’Olanda ne ha 1, il Belgio 1. Quindi la riduzione a 15 Autorità è un passo avanti che va rafforzato, dovremmo arrivare ad individuare 2/3 sistemi particolarmente strategici. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti in Cina ha dato un segnale importante di quello che lui ritiene tra gli scali più strategici”
Avete avuto contatti con il mondo imprenditoriale cinese? “A Genova e Savona il mondo imprenditoriale cinese è già presente a Vado con Cosco insieme a Maersk, poi abbiamo comprato le gru dai cinesi di Sanghaj, abbiamo la Sanghaj Elettric in Ansaldo Energia. I cinesi parlando di Genova-Savona sanno di cosa parlano” . Interviene il sindaco Doria, membro del Comitato di gestione e presente alla conferenza stampa, specificando “A fine 2016 ho fatto parte di una delegazione genovese che è andata in Cina per un accordo di collaborazione con il nostro porto e quello di Guangzhou che movimenta 16 milioni di Teu”
La questione che volevamo pungolare era un’altra. Negli ultimi mesi si è creata in Europa e quindi anche in Italia un’eccitazione generale, le voci si sussurrano su molte delle banchine della penisola: un gruppo di cinesi sono in giro per l’Europa e quindi anche in Italia, carichi di moneta frusciante e intenzionati a “far la spesa“, acquisiranno banchine, terminal e porteranno traffici importanti, la portata degli investimenti? la risposta è data da cifre altissime, quasi imbarazzanti, quindi a breve si scatenerà il “piglia piglia” generale, dove andranno e cosa vorranno comprare? Siamo in attesa di capirlo, riteniamo che presto se ne parlerà ampiamente.